“Parte – anche – da noi” la candidatura di Elly Schlein alla segreteria del Partito Democratico. Il comitato, di militanti e non solo, porta a Poggibonsi la radicalità necessaria ad affrontare disuguaglianze e disagio del presente. E riporta alla candidata la storia di sviluppo che ha contraddistinto questo territorio.
Anche a Poggibonsi nasce il comitato Elly Schlein. Alla domanda “perché Elly Schlein” chi aderisce al comitato Elly Shlein risponde così: “Perché vi sono urgenze da trasformare in battaglie come l’aumento dei salari, il cambiamento climatico, la crescita dell’uguaglianza, la redistribuzione della ricchezza, la difesa dei servizi pubblici, lo sviluppo economico nel Paese e pure a Poggibonsi”. Schlein soddisfa questa domanda di sinistra nel nostro Paese e nel territorio.
Ostacoli e privilegi separano gli uomini che nascono uguali. “Crediamo che sia necessario affermare come questione centrale dell’offerta politica del nuovo Partito Democratico la costruzione di un modello di sviluppo radicalmente alternativo a quello attuale – proseguono gli aderenti – Anche a Poggibonsi la pratica dello stesso può avvenire attraverso precise scelte di sostenibilità ambientale e di responsabilità dei comportamenti individuali, crescita equa e responsabile per uno sviluppo efficace nel contrastare la marginalità, per sostenere le attività commerciali e una catena distributiva, per contrastare la povertà, la precarietà e continuare a sviluppare la crescita sociale e culturale. Tutto questo anche attraverso il complesso di politiche di rigenerazione di spazi, servizi e beni comuni, prime la sanità – efficiente e accessibile – e l’istruzione, inclusiva e di prossimità”.
La proposta ha l’ambizione di tornare a incidere sulla vita delle persone che si sentono indignate di fronte al privilegio, disorientate dalla precarietà, impaurite dall’incertezza ambientale ed economica del domani.
“Parte da noi questa candidatura. Proprio per questo vogliamo che il partito rimanga la comunità di tutti i democratici – continuano i membri del comitato – Indipendentemente dal risultato del 26 febbraio, c’è comunque un nuovo Partito Democratico da ricostruire, con una comunità a cui dare una casa comune, dalle porte aperte, nella quale venire liberi, come la nostra mozione”.
“Siamo sì l’unico partito che, sconfitto nelle urne, ha avviato il percorso che rimette al centro i propri iscritti, la propria base, la propria comunità. Oggi possiamo immaginare percorsi diversi rispetto alle altre mozioni, ma insieme procediamo verso la costruzione di una casa in cui rimanere tutti. Alcuni di noi, i più giovani, nemmeno hanno mai conosciuto cosa c’era prima, non hanno una seconda storia a cui appartenere. Tutti camminiamo sotto l’unica bandiera che abbiamo scelto, che abbiamo chiamato casa, la prossima che vediamo nel nostro futuro”.
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