Siena

Nascondeva la droga nelle casse per il vino: 63enne arrestata dalla Guardia di Finanza

Nell’ambito dell’attività connessa all’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania nei confronti di 16 persone indagate, a vario titolo, per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e, nello specifico, al commercio di hashish, marijuana, cocaina ed eroina, i finanzieri del Comando Provinciale di Siena hanno tratto in arresto un componente residente nella Valdichiana.

L’indagine condotta dai finanzieri del G.I.C.O. di Catania ed eseguita nel territorio senese dalla Fiamme Gialle di Viale Curtatone, ha permesso di disarticolare due distinte compagini associative, aventi la loro base operativa a Catania con ramificazioni attive in Italia (Torino, Siena e Reggio Calabria) e all’estero (Spagna e Sud America).    

Un primo sodalizio era composto da catanesi originari e attivi nel quartiere Librino, i quali si occupavano di procurarsi rilevanti quantitativi di hashish ed eroina a Torino per poi trasportarla a Catania rivendendola all’ingrosso ai fornitori di piazze di spaccio nei quartieri di Librino, San Cristoforo e Villaggio Sant’Agata.

Differente la compagine associativa delinquenziale, con proiezioni internazionali, che alimentava le piazze di spaccio di Siracusa, la cui organizzazione importava cocaina dal Sud America (principalmente da Santo Domingo e dalla Colombia).

Di quest’ultimo sodalizio, faceva parte anche la signora M.S. di anni 63, assicurata alla giustizia dai finanzieri senesi in Montepulciano, la cui figura emerge nell’ambito delle indagini come una dei corrieri della droga.

Tra i sistemi di occultamento i Finanzieri hanno scoperto cocaina nascosta in una cassa di legno per vini ove erano stati riposti 53 pacchetti, protetti ciascuno da un palloncino colorato e doppiamente avvolti con plastiche sottovuoto. Altro sistema per celare la sostanza stupefacente è stato quello di nasconderlo all’interno di buste di plastica contenenti vari tipi di  salumi al fine di confondere il fiuto delle unità cinofile delle forze di polizia preposte al controllo del territorio. Da ultimo anche un “tower” (diffusore acustico), usato come valigia, all’interno del quale veniva trasportata la cocaina.

L’attività svolta testimonia l’impegno profuso dal Corpo al contrasto delle organizzazione criminali anche transnazionali le quali traggono una parte significativa dei propri proventi dal traffico di sostanze stupefacenti che si colloca al primo posto tra le attività illegali maggiormente redditizie.

marco crimi

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