Forse non tutti sanno che i regali per il Natale in Toscana non li portava Babbo Natale (icona che si è imposta in un tempo più recente), ma piuttosto il Ceppo, cioè quella parte dell’albero che affonda le radici nella terra e sostiene il tronco.
Ogni anno nelle campagne il capoccia individuava i ceppi da tenere da parte e far asciugare bene per la veglia della notte di Natale, durante la quale a quei tempi ci si riuniva per le feste intorno al focolare a riscaldarsi e a raccontare le storie. Secondo questa usanza, legata probabilmente al culto dei morti del paganesimo, il tronco di legno veniva addirittura benedetto, e decorato a seconda delle disponibilità economiche della famiglia con stoffe, festoni, nappe, fiocchi, o anche cera, grasso, miele. In cima allo stesso, di solito veniva apposto un fantoccio, che dava al ceppo una sorta di personificazione. Il ciocco (di solito talmente grande che nemmeno in più persone riuscivano a smuoverlo), veniva poi bruciato nella notte di Natale e doveva durare, senza spegnersi mai, fino all’Epifania. Si trattava di un rito volto a propiziare un buon raccolto o comunque un anno felice. Ricco di nodi e virgulti delle radici, il pezzo di legno doveva simboleggiare l’unità e l’armonia della famiglia, ed era il collegamento tra la madre terra e il cielo, mentre la tradizione della benedizione e del focolare, doveva servire a scacciare gli spiriti maligni.
Nel cuore della vigilia di Natale si sentiva bussare alla porta, e quando veniva chiesto chi fosse, si sentiva rispondere: “Il Ceppo!”. Allora veniva aperto mentre i bambini in un’altra stanza dovevano recitare l’Ave Maria del Ceppo, e quando tornavano ci trovavano i regali: per lo più dolci, frutta e qualche giocattolo. A Firenze, sotto le logge del Mercato del Porcellino, nei giorni antecedenti al Natale, si teneva un tempo il “Mercato dei Ceppi” dove si poteva acquistare il pezzo che si desiderava da far ardere ma anche dolci e decorazioni per allestirlo. Ceppo non era solo il pezzo di legno ma era anche il dono e il Natale. Si andava persino alla messa del Ceppo. E quindi secondo l’usanza, e sperando che gli spiriti maligni del 2020 si allontanino, alzate un calice di buon vino e Buon Ceppo a tutti!!
Stefania Tacconi