“Accessi vascolari emodialitici”: questo il titolo del secondo workshop toscano per i professionisti che si occupano dei pazienti emodializzati, in particolare per nefrologi ed infermieri della dialisi, chirurghi vascolari e radiologi interventisti, che si ritroveranno lunedì 14 gennaio, a partire dalle ore 8.30, al Four Points by Sheraton Hotel, in via Lombardi 41 a Siena. I responsabili scientifici del workshop sono il dottor Guido Garosi, direttore UOC Nefrologia, Dialisi e Trapianti dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, e il dottor Michele Giubbolini della UOC Chirurgia Vascolare. «Questo workshop – afferma il dottor Garosi – sottolinea l’importanza della multidisciplinarietà necessaria per approcciarsi al tema. Per poter eseguire un trattamento emodialitico, che consenta un flusso costante di sangue e una buona depurazione, occorre un idoneo accesso vascolare. I due principali accessi sono la fistola arterovenosa (FAV) e il catetere venoso centrale (CVC). La scelta compete al team multidisciplinare composto da nefrologo, chirurgo vascolare e radiologo interventista, in accordo con il paziente. Il personale infermieristico è essenziale nella gestione dell’accesso vascolare. Quanto più il trattamento dialitico è efficace, tanto migliore sarà la qualità di vita della persona». Ad aprire il workshop sarà Valtere Giovannini, direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, che si soffermerà sulle sinergie di Area Vasta. Modelli organizzativi e criticità in Toscana, timing chirurgico e gestione anestesiologica, accesso vascolare in acuto, e trattamento e prevenzione delle lesioni ostruttive, sono alcuni temi che verranno affrontati. «La nostra struttura di Chirurgia Vascolare – aggiunge il dottor Giubbolini – è Centro di riferimento, in collaborazione con l’UOC di Nefrologia, per il confezionamento, revisione e follow-up delle fistole artero-venose per emodialisi. In questa occasione porteremo all’attenzione dei partecipanti la nostra esperienza, mettendola a confronto con i professionisti di tutta la Toscana e con l’apporto dei contributi di colleghi provenienti anche da altre regioni».