Ha abbandonato in modo illecito oltre 52 tonnellate di scarti di lavorazione tessile, gettandole nei cassonetti della raccolta differenziata. E così un imprenditore cinese, titolare di un’impresa operante nel territorio, ha dovuto sborsare 15mila euro per farli smaltire al termovalorizzatore di Poggibonsi.
A scoprire quanto stava accadendo è stata la Guardia di Finanza di Siena con la collaborazione di Sei Toscana. Il gestore già in passato aveva notato un incremento anomalo dell’abbandono dei rifiuti in determinate aree.
Tutto però è scaturito dopo un controllo economico del territorio volto ad individuare lavoratori irregolari extracomunitari: una pattuglia delle fiamme gialle ha seguito un furgone con a bordo due cinesi. Quest’ultimi si sono messi a scaricare numerosi sacchi di grosse dimensioni nei cassonetti all’Acquacalda. Dentro ai sacchi c’erano lavorazioni tessili per un peso complessivo di 4,36 tonnellate.
Non solo: uno dei lavoratori era anche un clandestino. Il veicolo invece era riconducibile all’imprenditore. Il mezzo ed il carico sono stati sequestrati e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria. I trasportatori e il titolare dell’azienda sono stati denunciati per il reato di trasporto e abbandono non autorizzato di rifiuti. E sempre per il datore è stato ipotizzato il reato di impiego di manodopera clandestina.
Di qui appunto la scoperta successiva. I militari hanno visionato la videosorveglianza di Sei Toscana e verificato come in altri dodici episodi ci fossero stati abbandoni simili, per un carico di 52 tonnellate.
“L’intervento concluso assume particolare rilievo – spiega una nota-, sotto il profilo della deterrenza, per prevenire che l’abbandono incontrollato di rifiuti determini, da una parte, l’aumento dei costi di smaltimento e delle tariffe a carico degli utenti virtuosi, dall’altra una contrazione della percentuale di raccolta differenziata che il gestore del servizio è tenuto a garantire”.