“Sangimignanizzazione non è un termine inventato da noi. Ma al di là di chi l’abbia inventato, chiunque lo usi non lo fa certo per mortificare la città di San Gimignano, ma piuttosto per segnalare un rischio da evitare. Rischio peraltro che come giustamente sottolineato la stessa San Gimignano sta combattendo egregiamente per superare”, inizia così la risposta del direttore di AirTribune ai sindaci di Pienza e San Gimignano che in una lettera si erano detti “un po’ sorpresi nel leggere il termine “sangimignanizzazione” definito come “quel fenomeno per cui i borghi in pochi anni si riempiono di locali mangia-e-bevi e in cui la massa dei visitatori snatura il luogo.” ma anche “perplessi viste le voci autorevoli dalle quali il termine arriva”.
“Purtroppo a volte i fenomeni necessitano di semplificazioni per essere raccontati- sòpiega Tonelli. E a volte questa semplificazione coinvolge città e territori. Si dice “balcanizzazione” quando si vuole raccontare un contesto di caos e ingovernabilità; si dice “macelleria messicana” per individuare episodi di violenza; si parla di “Bilbao Effect” quando si vuole indicare, magari stigmatizzandola, una scelta di riqualificazione urbana colpevole di puntare eccessivamente sulle architetture contemporanee piuttosto che sui contenuti”.
“Quando si parla di fenomeni (sociali, economici, antropologici, commerciali), nessun riferimento diretto è alla città che un tempo diede il nome a quei fenomeni. Dunque invito San Gimignano (che è sempre presente alla grande sui nostri canali grazie alla Galleria Continua e ad altre attività culturali) a non offendersi- continua-. Quanto a Pienza credo – ma poi lascio la parola a chi di dovere – che il discorso sia lo stesso: si parla di fenomeni nati decenni fa, che hanno creato e in buona parte creano anomalie, ma che oggi finalmente vengono presi di petto dalle amministrazioni. Questo vi fa onore, ma non può impedire a chi fa analisi di prendere ad esempio quanto capitato”.
Oltre a Tonelli l’altra risposta è arrivata da Gian Maria Padovani, autore dell’intervista all’architetto Edoardo Milesi sul progetto Ocra, “Come si evince dall’intervista, sono stato io in una domanda all’architetto Milesi a usare il termine “sangimignanizzazione” – sottolinea-. Avevo sentito usare per la prima volta questo neologismo dal sindaco di Montalcino e presidente della provincia di Siena Silvio Franceschelli in un incontro che avevo avuto con lui nel suo ufficio nel marzo del 2019″.
“Franceschelli mi raccontò del boom di richieste simili alla mia che erano arrivate sul suo tavolo negli ultimi anni e mi disse – uso le sue precise parole – che “il senso politico del regolamento urbanistico del 1997 è evitare una sangimignanizzazione, ossia l’apertura in serie di locali mangia-e-bevi nei centri storici”- continua-.Mi era sembrato subito un lemma particolarmente efficace nella sua capacità di sintetizzare in una sola parola un fenomeno complesso come quello delle problematiche poste dal turismo di massa – tant’è vero che mi è rimasto impresso”, Padovani si ritrova nelle parole del direttore Tonelli, “l’intento non era ovviamente mortificare San Gimignano né tantomeno Pienza, men che meno Montalcino, paese che considero casa mia da più di 40 anni, ma aprire un confronto su un tema che – come confermano implicitamente le parole dei sindaci Marrucci e Garosi – sta diventando sempre più strategico nell’economia del turismo toscano”, conclude.