“Siamo per un regionalismo corretto” ma “questa norma spacca l’Italia”, dice il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che oggi ha illustrato il ricorso contro la legge sull’Autonomia differenziata.
Il motivo per cui è stato deciso di impugnare il decreto Calderoli, di fronte alla corte costituzionale, si articola in dodici punti.
“Da un lato – spiega Eugenio Giani – abbiamo il referendum delle cinque Regioni con un testo omogeneo ed unico, dall’altra il ricorso alla Corte costituzionale che ogni Regione ha presentato in base a proprie, specifiche caratteristiche. Sono 13 i punti specifici in contrasto con gli articoli 116, 117 e 120 della Costituzione”.
Il presidente ha osservato come servirebbe una legge che garantisse maggiore autonomia su alcune specificità del territorio, beni culturali e energia geotermica in primis.
“L’autonomia non deve tradursi in una scelta arbitraria da parte della Regione, ma deve essere motivata da singole peculiarità. L’articolo 116 terzo comma – prosegue – tiene conto di questo, ma Calderoli, in questo caso, riteniamo che abbia interpretato in modo opposto quello che è l’intento della nostra Costituzione che indica le condizioni particolari di autonomia.”
Giani ha poi spiegato che il ricorso “si muove in parallelo” con i referendum. E sui tempi ha ricordato come la Consulta “procede con rapidità” per cui si è detto fiducioso che la discussione “possa esserci presto”.