Non affoghiamo i bambini in internet! Il pericolo delle foto di minori sui social media troppo spesso sottovalutato dai genitori

Nel vasto panorama dei social media, dove le persone condividono momenti della loro vita quotidiana, si nasconde un rischio troppo spesso sottovalutato: la pubblicazione di foto di minori.

Questo fenomeno, apparentemente innocuo, può avere conseguenze gravi e durature per i bambini e gli adolescenti coinvolti. Secondo un’indagine condotta dalla eSafety Commission australiana, circa il 50% del materiale pedopornografico in rete proviene proprio dai social media, mettendo in luce la portata del problema e l’urgente necessità di affrontarlo.

Le piattaforme di social media offrono agli utenti la possibilità di condividere foto e video con un vasto pubblico in pochi istanti. Tuttavia, questa comodità può diventare una minaccia quando si tratta di immagini che coinvolgono minori. Sono molti i genitori che pubblicano foto dei propri figli senza rendersi conto, oppure minimizzando i potenziali rischi associati.

Queste immagini, una volta caricate online, possono essere facilmente scaricate, condivise e manipolate, anche con l’ausilio delle nuove applicazioni di intelligenza artificiale generativa, da individui malintenzionati, contribuendo al diffondersi di contenuti pedopornografici. È cruciale comprendere che una volta che un’immagine viene condivisa online, il controllo su di essa viene perduto. Tutto ciò che è stato messo in rete, rimarrà nella rete. Anche se si elimina la foto dal proprio profilo, essa potrebbe essere stata già salvata o condivisa da altri utenti, rendendo difficile il controllo della sua diffusione. Inoltre, le immagini di minori pubblicate sui social media possono diventare bersagli per cyberbulli e predatori sessuali, esponendo i bambini a pericoli reali, non solo virtuali.

Alla luce di quanto evidenziato, risulta pertanto essenziale sensibilizzare genitori e educatori su questo tema e promuovere l’adozione di pratiche più sicure quando si tratta di condividere foto dei propri figli o discenti. A tal proposito, nei giorni scorsi, a Roma, è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione lanciata da studenti dell’Istituto Europeo di Design, nominata “Cornici Private”, per educare i genitori, gli insegnanti e i giovani stessi sui rischi associati alla pubblicazione di immagini di bambini sui social media.

Diversi quartieri della Capitale sono stati tappezzati di cornici con foto di bambini e bambine. Per esempio, è stata posta sugli scalini della Basilica dei Santi Pietro e Paolo, la foto di Mia, una bambina di 5 anni. Sulla foto postata sui social, la geolocalizzazione, indica Villa Pamphili. In realtà, “per fortuna Mia non esiste”, perché la foto è stata generata dall’intelligenza artificiale, “ma potrebbe essere tua figlia!” Si legge al link a cui rimanda il qr code dietro la cornice. In questa nostra Società, altamente digitalizzata, sempre più intelligente dal punto di vista artificiale ma, ahimè, spesso deficiente dal punto di vista umano, è impellente promuovere una maggiore consapevolezza sui potenziali pericoli e fornire consigli pratici su come proteggere i minori (ma non solo i minori).

Una delle raccomandazioni principali è quella di limitare la quantità di informazioni personali condivise sui social media, con particolare riferimento alle informazioni che riguardano i bambini. Questo include evitare di pubblicare foto, dettagli specifici, nomi, luoghi frequentati abitualmente, o informazioni che potrebbero rendere più facile identificare e rintracciare un minore. Inoltre, si consiglia di utilizzare le impostazioni di privacy disponibili sulla piattaforma per limitare chi può visualizzare le nostre immagini personali per mantenendole visibili solo a un pubblico ristretto di amici e familiari che realmente conosciamo.

Oltre alle precauzioni individuali, sarebbe inoltre importante anche un’azione congiunta tra piattaforme di social, affinché adottino misure più efficaci per proteggere i minori, e istituzioni al fine di creare un ambiente online più sicuro per i minori.

Questo può essere realizzato attraverso l’implementazione di leggi più severe contro la pedopornografia e una più incisiva educazione per i genitori. La pubblicazione di foto di minori sui social media rappresenta un pericolo reale e tangibile che richiede un’azione immediata e coordinata da parte di tutti gli attori coinvolti. È necessario che i genitori, le piattaforme digitali, le istituzioni e la società nel suo complesso lavorino insieme per proteggere i più vulnerabili e garantire loro un ambiente sicuro e protetto.

Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta, Dottore di Ricerca in Psicologia, Sessuologo, Psico Oncologo e Ricercatore del Centro di Terapia Strategica
www.jacopogrisolaghi.com
IG @dr.jacopo.grisolaghi