È ancora bufera per uno dei vini storici toscani (la produzione viene attestata dal 1337) più apprezzati, il Vino Nobile di Montepulciano, per problemi legati all’utilizzo del nome Montepulciano in etichetta.
A partire dagli anni ’90, il Consorzio si è attivato in sede europea contro la possibilità di indicare il vitigno in etichetta con un ricorso, poi ritirato grazie all’apertura di un dibattito, che portò ad un accordo con il Ministero delle Politiche Agricole allora guidato dal Ministro Mario Catania, e le Regioni di riferimento
. Oggi la questione è tornata in auge a seguito all’ introduzione da parte del Ministero dell’agricoltura, sovranità alimentare e delle foreste nel DDL del 26 ottobre scorso del sinonimo “Cordisco” per la varietà di vitigno “Montepulciano”. Con questa misura, l’utilizzo di “Montepulciano” nell’etichetta sarebbe riservato ai soli produttori abruzzesi (del Montepulciano d’Abruzzo), mentre tutte le altre regioni che utilizzano il vitigno Montepulciano dovrebbero utilizzare il sinonimo “Cordisco”.
Questo rischierebbe di vanificare tutti gli sforzi profusi dal Consorzio per tutelare e valorizzare la denominazione in questi anni. Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano puntualizza infatti che «da decenni, in Europa il sistema DOP IGP ha investito sulla territorialità dei prodotti. La stessa sigla “Denominazione di origine protetta” fa chiaramente riferimento alla zona di produzione, in questo caso il vino». Il Consorzio spinge perché per il Vino Nobile venga adottata una soluzione che leghi i vini a base di uve Montepulciano al territorio di produzione e non al vitigno, come del resto avviene per la quasi totalità delle denominazioni italiane e non solo.
“Ancora una volta -conclude il Consorzio- si rischia di creare confusione nel consumatore, soprattutto nei mercati esteri, dove già è complicato indicare la provenienza delle tante denominazioni italiani e internazionali, l’omonimia del termine è sicuramente un elemento che non può essere non considerato dagli uffici di competenza del Masaf”.
Proprio in questa ottica, i produttori di Vino Nobile nel 2021 hanno modificato il Disciplinare di produzione, introducendo l’obbligatorietà della menzione “Toscana” in etichetta.
Stefania Tacconi