“(Non) è una questione di genere”, Di Bello: “Più che un obbligo uno stile, soprattutto per le grandi aziende con capitale umano”

L’Università di Siena e Opera Laboratori “vogliono dedicare la giusta attenzione ai grandi temi, calandoli nella realtà quotidiana e, in particolare, nel contesto imprenditoriale. Oggi la parità di genere non è più solo un valore auspicabile, ma un requisito da rispettare, soprattutto per le grandi aziende che ambiscono a essere leader nel mercato e nel settore dei beni culturali. Si tratta di un requisito che non solo è frequentemente presente nei bandi di gara, ma rappresenta anche uno stile aziendale da adottare. Per chi dispone di un ampio capitale umano, come nel nostro caso, è una responsabilità e un impegno da onorare”.

Lo ha detto Stefano Di Bello, Opera Laboratori, a margine dell’evento (Non) è una questione di genere, un seminario permanente organizzato dal Dipartimento di Filologia e critica delle letterature antiche e moderne di Siena in collaborazione la holding leader nel settore culturale. I curatori dell’iniziativa – Marilena Caciorgna, Riccardo Castellana, Monica Marchi e Linda Puccioni – propongono un’iniziativa, con cadenza mensile, al fine di dare voce a un dibattito, ancora fin troppo silente, attorno alla rappresentazione del femminile, non solo, come suggerisce il titolo, per una questione di genere.

Gli incontri, ad eccezione del primo che è tenuto nell’aula magna storica del Rettorato, si terranno alle Papesse, nelle sale del Palazzo, a contatto con le opere d’arte esposte. Ad ogni incontro è previsto anche un approfondimento su alcune meraviglie della città e un piccolo rinfresco finale.

Il primo appuntamento ha visto come protagonista Adriana Cavarero, filosofa di rilievo nazionale e internazionale che parlerà del “mito della caverna secondo Luce Irigaray”.

“Esattamente 50 anni fa pubblicò Speculum, un libro fondamentale per la storia del femminismo. Irigaray rilegge il mito della caverna come una costruzione dal punto di vista paterno, in cui il padre si pone come origine, cancellando la figura materna. In questa interpretazione, la madre sarebbe rappresentata dall’utero, ovvero dalla caverna stessa – le parole di Cavarero – . Irigaray ribalta dunque il mito, leggendolo come un’affermazione dell’identità maschile — identificata con il sole, l’origine, il padre — che cancella e rimuove dalla storia della filosofia, rappresentata qui da Platone, la figura materna, ossia la matrice della materia”.

Se oggi Platone fosse seduto accanto a lei durante questo seminario, come reagirebbe? “Probabilmente cercherebbe di difendersi: era una persona ironica e intelligente, quindi non si arrabbierebbe, ma piuttosto tenterebbe di instaurare un dialogo con Irigaray. Sarebbe sicuramente un confronto molto stimolante e interessante”, la sua risposta.

Per partecipare è consigliata la prenotazione allo 0577286300 oppure a booking@operalaboratori.com