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Nuova legge su B&B e affittacamere, CGIL Siena: “Una necessaria regolamentazione per tutelare lavoro e legalità”

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«La vera sfida non è difendere modelli di business basati sulla deregolamentazione, ma costruire un turismo di qualità che crei lavoro dignitoso». Questa la posizione netta della Filcams Cgil di Siena, che interviene nel dibattito acceso sulla nuova normativa regionale che disciplina B&B e affittacamere, dopo la decisione della Corte Costituzionale di dare ragione alla Regione Toscana respingendo il ricorso del Governo.

Una sentenza che, per il sindacato, segna un punto fermo. «La legge sul turismo della Regione Toscana sarà un’opportunità per riportare qualità, trasparenza e legalità in un settore che ha conosciuto anni di crescita sregolata», afferma Mariano Di Gioia, segretario generale della Filcams Cgil di Siena. Una lettura che va in direzione opposta rispetto a quella di Confcommercio, che aveva parlato di un rischio di perdita fino al 75 per cento dell’attività per le imprese dell’extra-alberghiero.

Secondo la Filcams, infatti, il Testo unico del turismo «non penalizza le imprese, ma ne garantisce qualità e regolarità». Il vero nodo, sottolinea Di Gioia, è un fenomeno che da anni genera effetti distorsivi: «Dietro la proliferazione incontrollata delle strutture extra-alberghiere si nascondono spesso lavoro sommerso, contratti irregolari e mancanza di tutele per chi vi lavora».

Al centro della norma c’è anche il limite delle sei camere per soggetto nello stesso edificio, che per il sindacato non rappresenta una penalizzazione, ma «un argine necessario alla trasformazione dell’accoglienza familiare in imprese mascherate che godono di vantaggi fiscali e normativi senza garantire i diritti fondamentali ai lavoratori». Una scelta che, aggiunge la Filcams, può contribuire anche a restituire alloggi alla residenza, in un territorio dove il costo dell’abitare è cresciuto esponenzialmente.

Il comunicato punta l’attenzione su un altro dato: «Dietro le oltre 3.400 locazioni turistiche nella provincia di Siena – numero citato dalla stessa Confcommercio – si nasconde spesso lavoro nero o grigio: addetti alle pulizie e manutentori senza contratto, contributi e sicurezza». Una situazione che, secondo il sindacato, ha favorito una concorrenza sleale nei confronti delle strutture alberghiere, che applicano i contratti collettivi e rispettano le norme.

«Il tempo per gli adeguamenti c’è e va usato bene», ribadisce Di Gioia, ricordando la scadenza del 1 luglio 2026. «Le imprese hanno diverse possibilità: regolarizzare le posizioni, redistribuire le attività, investire in qualità piuttosto che in quantità». Ma il punto fermo resta uno: «Quello che non può più essere accettato è un modello che fa profitto sulla pelle dei lavoratori».

Infine, la Filcams chiama in causa i Comuni, che dopo la sentenza della Corte avranno un ruolo decisivo nell’attuazione della legge. «Chiediamo che vengano convocate le parti interessate per istituire una cabina di regia che ne monitori l’andamento», conclude Di Gioia. «Il turismo senese merita di crescere sulla qualità, non sulla precarietà».