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Nuova vita per i beni confiscati alla mafia: 28 sono nel Senese

Un patrimonio di 141 immobili confiscati in Toscana sono invece i beni confiscati alla criminalità organizzata che l’azienda nazionale che li amministra, la Anbsc, ha già affidato agli enti territoriali, mantenuto in alcuni casi al patrimonio dello Stato o, in qualche occasione, venduto (14 nel Senese). Altrettanti sono in attesa di destinazione ( sempre 14 nel Senese) gestiti ancora dall’agenzia, di cui 11.500 già confiscati definitivamente. E poi ci sono le aziende: circa 1.500 quelle ’destinate’ nel Paese, attorno alle 2.800 in attesa, tra queste oltre duemila confiscate in via definitiva.

E’ lo scenario emerso dopo un incontro tra l’assessore alla legalità della Toscana, Stefano Ciuoffo, e il nuovo direttore di Anbsc, il prefetto Bruno Corda il cui fine è stato capire come ‘snellire’ la gestione dei beni.

“Sulla scorta di quanto avvenuto con la Tenuta di Suvignano in provincia di Siena (terreni e immobili per settecento ettari affidati tre anni fa alla Regione ndr) – ricorda l’assessore Ciuoffo – vorremmo replicare il modus operandi anche per altre proprietà di origine illecita, strutturando un rapporto sinergico con le istituzioni locali, a partire dai Comuni. Vogliamo definire un protocollo di intenti che possa fare da cornice alle azioni che dovremo mettere in campo: in collaborazione con l’agenzia, con il nucleo delle prefetture toscane, con gli attori sociali e gli enti locali, affinando il quadro conoscitivo dei beni presenti e del loro stato attuale, migliorando le procedure per l’assegnazione e sostenendo le iniziative di rilancio e rigenerazione, economica e sociale”.

“Un lavoro non semplice perché “gran parte degli immobili o delle imprese che erano intestate a condannati o loro presta nome – spiega Ciuoffo – molto spesso sono risultate scatole vuote prive di un valore ‘autentico’”. Per questo, sottolinea l’assessore, è prezioso il lavoro dell’agenzia,  che dovrà stabilire su quali immobili e aziende porre l’attenzione per un rilancio: assieme naturalmente a Comuni e Prefetture, “tenendo conto delle necessità delle comunità ma senza lasciare soli i sindaci nell’attività di trasformazione e gestione degli immobili”.

marco crimi

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