“Dopo il 24 novembre se non si cambiano il misure il nostro Natale sarà bollente”, è l’allarme che lancia il direttore di Confcommercio Siena Daniele Pracchia per commentare il rischio di tensioni sociale in seguito alle misure del nuovo Dpcm del Governo che prevede la chiusura degli esercizi di ristorazione alle 18″.
In Comune oggi c’è stato un incontro tra amministrazione e associazioni, inizialmente si sarebbe dovuto discutere sugli eventi natalizi e sul rinnovo delle misure straordinarie del Municipio per affrontare la pandemia ma le novità contenute nel decreto hanno preso il sopravvento nella discussione odierna”Mi auguro che si faccia dei passi indietro, magari prendere d’esempio soluzioni come quella della provincia autonoma di Trento in modo da dare un aiuto ai ristoratori. Se ci fosse questa presa di coscienza a livello governativo allora avremo una chance in più rispetto a ora”, prosegue.
“Da qui al 24 novembre (data in cui dovrebbe scadrà il nuovo Dpcm ndr.) ci saranno momenti di tensione, poi in base a come evolverà la situazione possono esplodere situazioni ad alto rischio”, on Pracchia trova d’accordo il presidente di Confesercenti Siena, Leonardo Nannizzi, “spero che venga allentata la pressione, ma se così non fosse il rischio rimane alto”.
“Serrande abbassate, strade semideserte: sono immagini agghiaccianti che creano paura ed angoscia” così Nannizzi ha commentato i filmati che arrivano da Piazza del Campo dove ristoranti e bar hanno abbassato i bandoni all’orario previsto del decreto, “in tanti saranno costretti a chiudere, come faranno i ristoratori a stare aperti per fare 4 coperti? Quando si chiudono le attività non si riaprono. Non capisco perchè si mettano regole che poi non si riesce a fare rispettare e non capisco perchè si punisce tutta la categoria”. Sempre sulla rabbia sociale che si è sfogata in questi giorni in alcune città italiane Pracchia ha detto che “lo Stato ora deve fare vedere la sua presenza, sennò si rischiano tempi bui che non convengono a nessuno”. Per Nannizzi questo è un periodo pericoloso “dove stanno riemergendo vecchi scontri ideologici che credevamo oramai appartenenti a una storia passata”.
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