Obiettivo 2030, la proposta di Bernardi: “Un fondo diocesano per applicare l’ecologia integrale della Laudato Sì”

“Chiediamo a tutti gli uomini di buona volontà (e speriamo che tutti i cristiani lo siano) di fare confluire il 5% dei propri redditi in un fondo diocesano destinato alla realizzazione di progetti secondo i valori dell’ecologia integrale della Laudato Sì”.

Pierluigi Bernardi, responsabile della Compagnia laicale di Santa Maria in portico in Fontegiusta, ha concluso con una proposta l’evento “Laudato Sì e Agenda ONU 2030. Dai principi alle azioni” che l’Arcidiocesi ha organizzato insieme a Earth day Italia, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile , e Santa Chiara Lab dell’Università di Siena.

“Siamo qui per incanalarci anche noi in questo contesto di transizione ecologica di cui tutti parlano. Non vogliamo fare altri Bla-Bla-Bla, ma cominciare ad operare in questo grande processo con la peculiarità dei valori cristiani. Questo è il tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrirci”, ha affermato il responsabile di Fontegiusta che poi ha aggiunto: “non serve mettere l’aggettivo sostenibile alle nostre attività, al massimo con il nostro pragmatismo avremo soluzioni parziali, che alla fine porteranno altri problemi. Abbiamo molte conoscenze e molti mezzi, ma ci manca l’umiltà ed il senso del limite. Nella nostra storia ne abbiamo molti esempi (Adamo, Torre di Babele, regni, imperi, PIL, scientismo, speculazione economica) e stando alla cultura attualmente dominante stiamo accettando anche il darwinismo culturale ed economico”.

Garante dell’operazione sarà l’arcivescovo di Siena, il cardinale Augusto Paolo Lojudice “che sarà affiancato da un gruppo di volontari tecnici esperti per la valutazione dei progetti, un gruppo di volontari esperti di economia e contabilità e da un gruppo di volontari che seguiranno dei progetti”, spiega Bernardi.

Tra le iniziative ipotizzate ci sono quelle di: cattura di CO2 per la mitigazione dell’effetto serra; recupero ed utilizzo di acque piovane; produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, compresa la promozione di comunità energetiche, specialmente in contesti degradati e rivolti anche alle fasce deboli della popolazione; progetti di agricoltura ed artigianato ad impatto 0. “Il tutto- continua il priore della Compagnia di Fontegiusta-, per quanto possibile, realizzato da lavoratori svantaggiati, condividendo in uno spirito di solidarietà le opportunità lavorative e valutando le capacità lavorative secondo la giustizia, nello spirito della parabola dei talenti: “Tutti ebbero la stessa paga””.

“Quello che abbiamo detto finora non è solo farina del mio sacco- prosegue Bernardi-, ma è frutto di un cammino di riflessione dei fratelli della Compagnia di Fontegiusta, che nella festa titolare dello scorso anno, sono riusciti a inaugurare una piccola casa accoglienza e quest’anno portano questa proposta a tutti, partendo da loro stessi in prima persona, sia nell’adesione al fondo che nella disponibilità a contribuire ai progetti- dice ancora-. I fratelli della Compagnia hanno altresì deciso che i proventi derivanti dal patrimonio della Confraternita vengano devoluti a questo fondo e propongono a tutte le altre realtà ecclesiali presenti in Diocesi di fare altrettanto”.