La frattura è di quelle fragorose, le parole sono infuocate e seppelliscono ogni possibilità di dialogo tra gli studenti pro Palestina che stanno manifestando all’esterno del polo Mattioli dell’Università di Siena ed il rettore dell’Università per Stranieri Tomaso Montanari.
Proprio quest’ultimo si era detto disponibile a incontrare i ragazzi per ascoltare le proprio ragioni. Ma ora le speranze sono vane ed ad ammetterlo è lo stesso Montanari: “I toni del messaggio rendono purtroppo del tutto impossibile un incontro”, scrive il rettore in una lettera di risposta indirizzata alla rappresentante del Comitato per la Palestina di Siena.
Le dimensioni della dura presa di posizione di Montanari si leggono nelle sue stesse parole. L’accusa mossa ai manifestanti è di avere scritto una missiva dai “contenuti falsi” e dai “toni inaccettabili e ancora una volta gravemente insultanti”.
“Accusare la comunità della Stranieri di «complicità con l’occupazione sionista» è un’infamia gratuita, infondata, squadristica. Nessun dialogo è possibile se questa affermazione gravissima non verrà prima pubblicamente ritirata”, ha aggiunto Montanari.
“Come la Marina militare è tornata oggi a confermarci, è fattualmente falso che l’operazione Mare aperto veda la partecipazione delle forze armate israeliane. È anzi vero che a questa operazione si debba uno dei pochi soccorsi occidentali a Gaza”, ha continuato il rettore citando un articolo di Vatican News.
L’invito di Montanari è di “non privatizzare a suo vantaggio una causa che appartiene a tutte e tutti coloro che intendono sostenerla. Lo invito ad avere rispetto se non per una intera comunità accademica, almeno per coloro che hanno scelto la Stranieri per la prima nazionale di Messaggi da Gaza, ora, conoscendo perfettamente le nostre posizioni: che sono di fermissima e pubblica condanna di ciò che Israele sta perpetrando a Gaza, e di argomentata volontà di non troncare nessun rapporto con nessuna università di nessun Paese del mondo”, si legge.
La chiosa è ancora più al vetriolo: “La mia personale propensione al dialogo è, come è noto, larghissima (sabato 18 sarò, per esempio, relatore ad un incontro di Cambiare Rotta, a Roma), con l’unica doverosa eccezione di chi sceglie la via violenta della menzogna, e della diffamazione dell’interlocutore. Mi spiace davvero che la sacrosanta mobilitazione studentesca per Gaza si affidi, a Siena, a parole inconsapevoli e irresponsabili come queste”.