Olio, a Siena meno produzione ma qualità alta. Coldiretti: “Serve tracciabilità europea”

A Siena e provincia la raccolta olivicola segna un calo, ma la qualità resta alta.

“È una campagna cosiddetta di scarica, quindi abbiamo avuto una produzione che si attesta su un 20% in meno rispetto allo scorso anno. La diminuzione è dovuta essenzialmente al ciclo della pianta, che prevede annate di carica e di scarica, ma anche — e soprattutto — all’andamento climatico e al forte caldo della stagione estiva. Si parla però di un’ottima qualità, con rese olive/olio leggermente più alte degli anni passati”, ha detto il direttore della Coldiretti di Siena Simone Solfanelli.

Il settore senese ricopre un ruolo di primo piano in Toscana: “la provincia conta circa un migliaio di aziende olivicole, 15mila ettari in produzione e 90mila quintali di olive, ovvero 10mila quintali di olio. Siamo circa il 15% della produzione regionale”, prosegue Solfanelli.

Preoccupa comunque la concorrenza sleale proveniente dall’estero. “I problemi nascono dal punto di vista commerciale: il nostro olio subisce una forte concorrenza straniera, spesso anomala e addirittura fraudolenta – continua-. Assistiamo a grandi importazioni dalla Tunisia e dalla Turchia, che arrivano in Italia e poi “magicamente” diventano olio extravergine d’oliva italiano o toscano”.

Ma ci sono anche problemi comunitari. Ecco perché Coldiretti chiede un sistema di tracciabilità valido in tutta Europa, così da garantire trasparenza e tutelare davvero l’extravergine italiano. “Chiediamo un sistema di tracciabilità valido in tutta l’Unione Europea, che possa dirci in modo inequivocabile chi produce, cosa, dove e in quale quantità: solo così possiamo tutelare davvero il nostro extravergine”, conclude Solfanelli.