Nella zona di produzione del Chianti Classico, riferisce una nota, l’andamento stagionale del 2020 è stato regolare, con un’estate calda durante il giorno, ma caratterizzata da una forte escursione termica tra il giorno e la notte. La primavera mite, senza piogge eccessive ma sufficienti a garantire una buona riserva idrica, ha permesso alle piante di germogliare in abbondanza, e l’assenza di fenomeni atmosferici violenti ha preservato le piante e i fiori.
La vera svolta verso l’eccellenza è però stata data dalle ultime settimane di settembre e quelle di ottobre, in cui è tornato il freddo autunnale, con temperature notturne particolarmente al di sotto delle medie degli ultimi anni. Le olive hanno quindi invaiato prima della raccolta nelle condizioni ideali, consentendo un’ottima concentrazione fenolica. I frutti sono perfetti anche dal punto di vista fitosanitario, con un’incidenza pressoché nulla di malattie e agenti patogeni.
La raccolta numero 20 per la DOP è già iniziata in alcune zone della denominazione, in particolare delle cultivar Leccino e Frantoio, mentre per gli altri due pilastri dell’oro verde, il Moraiolo e il Correggiolo si dovrà attendere la fine del mese di ottobre. Nei frantoi però è già inebriante il profumo di questa nuova raccolta, con le caratteristiche note di mandorla amara e di carciofo che la contraddistinguono da ogni altro olio toscano.
“Mentre vengono certificate le prime partite di olio DOP – dichiara Gionni Pruneti, Presidente del Consorzio Olio DOP Chianti Classico -, possiamo già dire che la qualità della raccolta 2020 è eccezionale. Le condizioni climatiche ci hanno permesso di vivere una raccolta estremamente soddisfacente come olivicoltori, faticosa sì, per le condizioni climatiche che ricordano gli autunni degli anni ’80, ma che fin dalle prime spremiture si dimostra straordinaria: nei nostri frantoi si respirano profumi intensissimi di mandorla amara e di carciofo, le note che contraddistinguo i nostri olii da qualsiasi altra produzione. Legheremo il ricordo di questo anno, infausto per molti aspetti, alla rinascita della natura, che ha regalato alla terra del Gallo Nero un’annata eccezionale e un olio capace di portare in tavola l’unicità del nostro territorio”.
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