Siena

Oltre 50 ricercatori reclutati per la prima Giornata nazionale delle università

Università svelate: è questo il titolo della manifestazione che a livello nazionale vede coinvolti gli Atenei italiani nella prima Giornata delle università. L’occasione per una serie di iniziative finalizzate a presentare principalmente le attività di ricerca dell’ateneo, ma anche ad offrire informazioni sull’offerta formativa. Nella giornata, molti sono stati gli eventi, dedicati alla formazione alla ricerca e ai ricercatori, con ospiti di spessore come il professor Rino Rappuoli.

“Una giornata che serve a far conoscere alle persone le vere università – commenta il rettore Roberto Di Pietra -, quelle che hanno una storia lavorativa con l’attività didattica e con l’attività di ricerca. L’università non è una fabbrica di titoli, infatti, oggi i nostri ricercatori esporranno i propri lavori e potranno dialogare con le imprese del territorio che hanno aderito alle nostre iniziative. Inoltre, oggi, ho avuto modo di incontrare i dirigenti scolastici dei licei di Siena, Arezzo e Grosseto per consolidare il rapporto e per far sì che il nostro ateneo sia un riferimento per gli alunni che usciranno dalle scuole superiori”.

I ricercatori reclutati con i fondi del Pnrr e che sono stati i protagonisti della giornata all’università sono ben 53 ed hanno avuto l’occasione di presentare i propri progetti nell’aula magna.

“Dei 64 milioni di euro assegnati per questi progetti, un quarto sono destinati proprio ai reclutamenti – spiega la prorettrice vicaria Donata Medaglini -, perché i nostri ricercatori devono essere al centro. Questo è solo un punto di partenza e creare da subito dei contatti con le imprese non può che essere d’aiuto per i nostri studenti. Inoltre, abbiamo destinato 18 milioni di euro del Pnrr per l’acquisizione di attrezzature all’avanguardia, che rimarranno al nostro ateneo e che serviranno ai progetti dei nostri ricercatori”.

Infine, l’obiettivo dell’università di Siena è quello di organizzare un incontro ogni sei mesi con i ricercatori.

Pietro Federici

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