Oltre settanta auto storiche a Siena nel weekend per la ventisettesima rievocazione della Coppa Toscana

Sono state oltre settanta le auto d’epoca che hanno attraversato la città questo weekend per la ventisettesima rievocazione della Coppa Toscana organizzata dal Camet, che rientra tra gli eventi del Circuito Tricolore dell’Asi. Il viaggio di questa edizione 2024 è stato intitolato “Dal Chianti al Brunello”, proprio perché ha visto l’attraversamento dei territori significativi dei due vini toscani per eccellenza. L’arrivo a Siena, che anticipa di un mese quello delle 1000 Miglia, è stato come sempre un trionfo di colori e di passione per il motore, che ha attratto i numerosi turisti presenti in città.

“È sempre un onore attraversare le bellezze della Toscana – commenta Giuliano Bensi presidente del Camet Firenze -. Questa rievocazione è importante per noi, perché oltre a mettere in mostra le bellezze delle auto storiche, permette anche ai viaggiatori di visitare posti unici, come Firenze, Siena, Montalcino e di gustare anche le eccellenze enogastronomiche del territorio. Un vero e proprio scambio culturale. Quest’anno ci sono settanta vetture, provenienti da tutta Europa e il nostro auspicio è quello di aumentare ogni anno il numero di partecipanti”.

La rievocazione è partita venerdì da piazzale Michelangelo a Firenze e nel weekend ha visto l’attraversamento delle colline del Chianti, delle crete senesi, della Val d’Orcia, fino ad arrivare a Montalcino. La Coppa Toscana poi, è terminata domenica a Siena, con la premiazione nella sala delle Lupe.

“Il motorismo storico ci permette di viaggiare e di tornare a casa con qualcosa in più – spiega Alberto Scuro, presidente nazionale dell’Asi -. Noi siamo testimoni di una storia, perché oggi parliamo di sostenibilità e di innovazione, ma per arrivare a fare tali ragionamenti è importante conoscere i pezzi di una volta, che hanno segnato una rivoluzione nel ‘900 per la vita umana”.

Dopo la Coppa Toscana, il rombo dei motori tornerà in Piazza del Campo il 14 giugno con l’arrivo delle 1000 Miglia.

Pietro Federici