“Un’azione predatoria barbaramente posta in essere”, “un efferato reato” perché zio e nipote “avevano debiti da ripianare visto che conducevano una vita al di sopra delle loro possibilità”: elenca queste motivazioni il pm Sara Faina prima di chiedere la condanna dell’ergastolo con isolamento diurno per un periodo di tempo rispettivamente di dodici e otto mesi per l’operaio ucraino di 41 anni e la 27enne accusati nell’ambito del processo per la rapina e l’omicidio di Annamaria Burrini, avvenuti il 26 settembre del 2022 in un palazzo di Largo Sassetta. La requisitoria del pubblico ministero è durata più di cinque ore. Faina ha parlato di fronte ai giudici popolari e al presidente della corte Fabio Frangini. Presenti in aula anche i due accusati ed i loro legali e gli avvocati che assistono i familiari di Burrini. La prossima udienza sarà il 22 aprile mentre la sentenza sarebbe attesa per maggio. “Sopprimere la signora Burrini ed impossessarsi dei suoi beni materiali era una comoda via di uscita, l’uccisione è stata preventivata e accordata in precedenza, una evenienza calcolata come unica possibilità per perseguire i loro venali obiettivi”, ha aggiunto Faina
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