Siena

Opere donate al Comune di Siena, ok alla bozza per la risoluzione consensuale

Ok del consiglio comunale alla delibera che consente di procedere alla risoluzione consensuale e allo scioglimento per mutuo consenso della donazione di 478 opere che palazzo pubblico ha ricevuto nell’estate del 2019 e che dovevano essere esposta al Santa Maria della Scala

Con l’atto il consiglio dice sì ad una bozza di accordo, condivisa dai rispettivi legali, che  ribadisce la specifica rinuncia di ogni e qualsivoglia azione anche risarcitoria nei confronti del comune da parte della signora. La donatrice sarà rimborsata con un versamento di di 9mila 730 euro per sostenere le sue spese legali.

“Questa amministrazione – ha spiegato il sindaco Nicoletta Fabio – si è trovata a gestire una situazione del tutto particolare. Abbiamo attivato nuovi incontri e confronti, anche con i rappresentanti legali, per capire come individuare la giusta e concreta soluzione per l’allestimento delle opere donate. Il progetto prevedeva l’esposizione permanente e unitaria di 270 opere donate e esposizioni annuali per le restanti 208. Tutto questo oltre a una serie di altri obblighi a carico del comune che rispettassero le volontà della donante: curatore da lei scelto, conservazione in depositi adeguati, restauri sotto la supervisione del curatore scelto dalla donante, talks annuali per la valorizzazione delle opere, adeguata attività di comunicazione, pubblicazione del catalogo, mostre annuali di artisti rappresentati nella collezione”.

“La risoluzione consensuale – ha concluso – riduce il rischio di inadempimento e di responsabilità per il Comune, evitando problematiche legali future, in particolare con rinuncia da parte della donante a ogni azione di eventuale risarcimento dei danni. Inoltre, nessun investimento aggiuntivo si renderà necessario per la realizzazione di un progetto di allestimento delle opere, che sarebbe stato oneroso e difficilmente compatibile con le risorse disponibili”.

Critiche all’amministrazione De Mossi, che accettò il patrimonio artistico, sono arrivate sia da maggioranza che da opposizione. Il consigliere di Fdi Siena Monica Crociani evidenza “la superficialità” della precedente giunta .  Silvia Armini, “Siena in tutti i sensi”, parla di una scelta “saggia e lungimirante” quella di risolvere consensualmente “un accordo caratterizzato da vincoli stringenti (esposizione permanente e unitaria delle opere e un allestimento della mostra a 2 anni dalla donazione) che di fatto hanno reso insostenibile la gestione e l’esposizione dei dipinti”.

Duro il consigliere Adrano Tortorelli, progetto Siena, che parla di “una figuraccia”, di “una Waterloo sulla cultura” che “ci fa declamare che non siamo capaci ad organizzare una cosa del genere”.

“Si chiude un’iniziativa che era positiva ma che è iniziata male e finita peggio. Il dato politico è che la città deve avere chiare le modalità con cui si relaziona con il mondo globale e con i suoi interlocutori – dice il consigliere del Pd Alessandro Masi – Nel 2019 forse si doveva accettare le opere con una delibera di indirizzo e non con una determina che dava per scontate una serie di questioni che poi si sono difficili da gestire nel percorso”.

 

marco crimi

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