La diffusione delle conoscenze finanziarie degli Italiani rimane limitata. Conferma arrivata dalla Consob e lampadina accesa sull’aspetto delle competenze digitali, segnalato dall’OCSE nel 2019.
Un allarme lanciato anche per le giovani generazioni nell’Indagine PISA, che analizza la preparazione dei quindicenni al mondo digitale ed emergenziale, a livello internazionale e italiano. Dall’ultima analisi dei dati è emerso, con forza, quanto sia necessario partire con percorsi di apprendimento per un’azione di sistema, profonda e rapida insieme, dando centralità alla scuola.
In realtà, l’OCSE era intervenuta fin dal 2005, raccomandando al nostro Paese la necessità di introdurre programmi di Educazione Finanziaria su tutte le fasce d’età, reddito e situazione lavorativa, per colmare una distanza già importante in ambito internazionale, indice di difficoltà nell’affrontare serenamente contesto economico e cambiamenti in atto.
E proprio in ambito digitale, nel 2019, l’OCSE raccomandava di accompagnare l’apprendimento delle conoscenze tecnologiche delle persone durante tutto il percorso di vita, dall’infanzia fino alla maturità, perché senza investimenti in competenze digitali, anche le disuguaglianze tendono ad allargarsi. In un mondo che cambia velocemente, i processi di digitalizzazione impattano sul lavoro e sulla vita.
Nel frattempo, in Italia è nato il Comitato EDUFIN che ha istituito il Mese dell’Educazione Finanziaria, giunto nel 2023 alla sesta edizione, dedicata all’importanza di portare l’Educazione Finanziaria nelle scuole, proprio perché è il sistema formativo di base che dovrebbe dare la possibilità a tutti di apprendere strumenti e competenze finanziarie e tecnologiche più in linea con le richieste del mercato del lavoro e con un mondo che si muove verso l’inevitabile transizione digitale.
Il tempo dell’Educazione Finanziaria per costruire una cultura che ci accompagni, concretamente, a gestire meglio i nostri risparmi e a scegliere come investire, assicurarsi e confrontarsi con il tema della pensione e del Welfare pubblico, non può più essere rimandato.
Ottobre è un’occasione per fare Rete, organizzare seminari, iniziative, confronti a livello istituzionale, nelle città, accanto alle persone, per raccogliere la difficoltà che loro stesse dichiarano, amplificate dai dati macroeconomici, dall’inflazione che erode il potere di acquisto del reddito disponibile e da un disagio economico che torna ad aumentare nel 2022, e che non si riduce in questi giorni, a causa di un carovita che mette a rischio sicurezza e ricchezza disponibile.
Come accade in altri Paesi, prima di tutto nel mondo anglosassone, l’Educazione Finanziaria, deve partire da un indirizzo governativo per atterrare sui territori e allargarsi in tutti gli ambiti locali. Fare sistema e coinvolgere anche tutti gli altri attori privati del mercato, del volontariato e del Terzo settore, che partecipano allo sviluppo economico della società.
Si vive l’inflazione ogni giorno sulle nostre esistenze…eppure, pur essendo un serio fattore di preoccupazione nella gestione delle finanze personali, più di un terzo e circa un quarto degli Italiani intervistati dalla Consob nel Report sulle scelte finanziarie del 2022, non coglie l’impatto della crescita dei prezzi sul proprio potere di acquisto.
La campanella suona! È tempo di agire!
Maria Luisa Visione