Mentre Siena si prepara a ritornare alle urne per le elezioni suppletive non si fermano in città e reazioni in seguito alla cooptazione di Pier Carlo Padoan – deputato Pd eletto nel collegio di Siena alle scorse politiche – nel Cda di Unicredit come presidente designato per il prossimo mandato.
Lo stesso Padoan, nell’esprimere soddisfazione per la futura nomina nell’istituto francese, ha dichiarato di voler lasciare il Parlamento, “lascia lo scranno di Montecitorio per divenire presidente di Unicredit, già da tempo individuato come possibile acquirente proprio di Montepaschi dall’attuale Ministro dell’economia, anch’egli iscritto al Partito Democratico”, è l’accusa di Paolo Salvini, della Lega di Siena che aggiunge “nel partito dell’“abbiamo una banca” il conflitto di interessi non sembra (più) essere un problema. Qualche perplessità in più potrebbero nutrirla i cittadini senesi e i dipendenti di Montepaschi, che vedono il loro destino e il futuro della loro città legati a giochi di potere e consorterie, più che a concreti piani di rilancio di Bmps”.
Sulla questione sono anche intervenuti gli alleati dei dem alle scorse regionali, “auspichiamo che Siena possa contare su una rappresentanza che abbia forti legami con il territorio e non sia paracadutata dall’alto” afferma Fulvio Mancuso di Toscana civica ecologista. Su Mps invece “riteniamo fondamentale che lo Stato resti il più possibile nell’azionariato della Banca per garantire la stabilità della compagine sociale e l’unitarietà dell’impresa e della guida della più importante azienda toscana, a tutela della sua continuità produttiva-prosegeu Mancuo-, dei livelli di occupazione e per impedire feroci operazioni di mercato; un mercato sempre pronto a fare ghiotti bocconi di eventuali e sconsiderati spezzatini”.