“L’ultima pantomima all’Università per Stranieri di Siena, dove il rettore Montanari si è presentato avvolto nella kefiah, è il ritratto perfetto di una certa sinistra che non riesce a fare altro che strumentalizzare ogni occasione per delegittimare chi governa. Trasformare una laurea honoris causa in uno show politico mascherato da impegno accademico, con discorsi che gridano alla complicità dell’Italia nel “più grave crimine repubblicano”, è lo stile a cui Montanari ci ha abituato: gesti plateali e poche idee chiare”.
Così Lorenzo Grassini, responsabile di Forza Italia per i paesi balcanici.
“Sbandierare che “la storia non comincia il 7 ottobre 2023 ma nel ’67, nel ’48 e nell’Ottocento” nasconde un intento chiaro: riscrivere la storia per sostenere narrazioni ideologiche, facendo leva su slogan e citazioni come quelle di Hannah Arendt, usate per accusare Israele e l’Italia di “genocidio” senza mai affrontare la complessità del conflitto medio-orientale – prosegue-. La verità è che la questione israelo-palestinese nasce ben prima del 1948, radicandosi nei fallimenti delle amministrazioni Ottomane, nel Mandato Britannico e nella contemporanea incapacità della comunità internazionale di garantire una soluzione negoziale equilibrata”.
“Montanari insiste che l’Italia avrebbe “collaborato vendendo armi a Israele”. I dati ufficiali smentiscono: dopo ottobre 2023, esportazioni pressoché nulle, posizione confermata dal Ministero della Difesa e ribadita in sede parlamentare. Forza Italia e il governo Meloni hanno promosso strumenti di diplomazia attiva, come il voto alla risoluzione UE su Gaza, sostegni ai corridoi umanitari e la netta condanna degli atti terroristici di Hamas, elemento che dalla sinistra viene sistematicamente taciuto – prosegue- . Interessante che Montanari citi Arendt, pensatrice che non avrebbe mai ridotto una questione storica complessa all’opposizione buoni/cattivi. Scriveva: “La realtà di ogni caso è unica e va affrontata di volta in volta”. Ed è proprio ciò che manca alla narrazione di Montanari e soci: l’equilibrio, la bussola della realtà, la responsabilità delle fonti. Nessuno nega le sofferenze palestinesi, ma dimenticare le cause, ignorare il terrorismo di Hamas, invocare la dittatura del senso unico sono esercizi di mistificazione che fanno solo male alla pace”.
“Un minimo di rispetto per la storia repubblicana basterebbe a ricordare che l’Italia ha sostenuto la nascita dello Stato di Israele solo nell’alveo del diritto internazionale, non ha mai promosso “genocidi” e continua a operare per la soluzione “due popoli, due stati”, con la responsabilità che manca alle manifestazioni urlate e agli show accademici. Che un rettore si presti alla propaganda, piegando la funzione culturale a puro attacco ideologico, come ho già avuto modo di dire in passato, è un danno incalcolabile per il Paese e per la stessa università – continua-. “Distrutti 500 villaggi”? Lo dice anche Suad Amiry – ma chi cita la storia dovrebbe anche ricordare che, tra il 1947 e il 1948, dozzine di comunità ebraiche furono cancellate nei territori arabi: la storia è sempre più complessa degli slogan e delle cerimonie con la kefiah. Quello che serve è memoria, rigore e moderazione, non l’ennesimo teatrino della sinistra post-moderna e delle sue derive propagandistiche. Montanari può continuare a sfilare con la kefiah e pontificare dalla sua cattedra di sinistra radical-chic, ma la realtà, per sua sfortuna, preferisce ignorare questi spettacoli da salotto con un sorriso… e grande indulgenza”.