“Altro che finale di Champions League è il Palio di Siena”. Se Pep Guardiola, allenatore del Barcellona campione d’Europa, ha pronunciato o meno questa frase è difficile saperlo. Chi era vicino a lui, alla trifora del palazzo comunale in Piazza del Campo, giura di averla sentita. Di sicuro Guardiola si è emozionato tantissimo davanti alla vittoria dell’Oca con Giovanni Atzeni detto Tittia e il cavallo Mississippi.Il mossiere Bartolo Ambrosione alle 19,42 chiama le contrade al canape: Istrice, Pantera, Bruco, Valdimontone, Tartuca , Drago, Oca, Lupa, Civetta di rincorsa. Subito fuori. “Devono parlare” dicono gli addetti ai lavori. Mossa subito valida con Bruco, Drago e Montone che partono subito forte. Bene anche l’Oca. Al primo giro a San Martino cade la Tartuca mentre il Bruco cade al primo giro al Casato. Passa l’Oca, inseguita dallo scosso del Bruco ma ormai la cavalcata di Tittia e Mississippi è inarrestabile. Il drappellone è di Fontebranda.I giorni del Palio di Provenzano, dedicato ai 150 anni dell’Unità d’Italia, non erano cominciati sotto i migliori auspici per il neosindaco Franco Ceccuzzi che subito si è trovato di fronte alla zuffa tra Torre e Oca la mattina del sorteggio dei cavalli. E, come se non bastasse il tafferuglio, poi è avvenuto il tragico incidente che è costato la vita a Messi, il cavallo della Chiocciola. Una traiettoria sbagliata alla curva di San Martino e per il barbero di San Marco è stata la fine. E accanto all’inchiesta giudiziaria, che è già scattata, sono partiti all’attacco del Palio la solita ministra del Turismo Brambilla e le associazioni animaliste. Ma c’è chi si è subito schierato dalla parte di Siena, dal ministro Giovanardi (“Il governo neppure si sogna di abolire il Palio”) all’assessore leghista del Veneto Manzato (“Perché non abolisce la Formula Uno?”), dal sindaco di Firenze Matteo Renzi al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.Il sindaco Ceccuzzi, nel consueto incontro con i giornalisti del giorno del Palio, ha ribadito che “la Festa è patrimonio della nazione” e che “i ministri non possono violare la nostra intimità”. Ci hanno provato e ci proveranno ma, come diceva Silvio Gigli alla fine delle sue epiche radiocronache “…in un tripudio di bandiere Siena trionfa immortale”. Come sempre.
Rosalba Botta