Ai contradaioli di fine ottocento piacevano le corse con i cavalli scossi. Forse perché ricordava loro i Palii alla lunga di seicentesca memoria, quelli che attraversavano la città da una parte all’altra. Così nel 1887, dopo i due ordinari, si volle correre il 17 agosto, quando tutto era ancora allestito per l’impegno dell’Assunta. Ecco uno “straordinario più straordinario” per eccellenza, quello appunto dei “cavalli sciolti”. Le dieci prescelte dalla sorte ebbero abbinato un cavallo che fu portato alla partenza dal barberesco. Partono molto forte quelli di Valdimontone, Istrice e Drago e sembravano destinati a contendersi solo loro la vittoria. Invece al terzo giro il cavallo del Valdimontone ha un incidente che lo costringe ad interrompere la corsa e a portarsi verso l’entrone. Quelli di Istrice e Drago imitano il loro collega e si fermano. Piuttosto distante correva quello dell’Aquila che va tranquillamente a vincere il Palio. Un segno dei tempi e della voglia di mettere insieme eventi di altro genere, come se si avesse il timore che da solo il Palio non costituisse una attrattiva solida nemmeno per gli stessi senesi. Come era solito al tempo, la corsa andava infatti di pari passo, e vogliamo dire anche di importanza, con altri eventi che si svolsero a Siena in quei giorni. Dalla Fiera dei cappellai, allo spettacolo di una innovativa macchina pirotecnica, dalle corse dei birroccini in Piazza d’Armi, al congresso degli Agricoltori Italiani, fino alla chiusura del Concorso Agrario Regionale, senza escludere il Gran Festival dei Bambini dell’ex Forte di S. Barbera, con annesso un Gran Galà al Teatro della Lizza con l’opera Rigoletto. Insomma, viva il Palio ma con un occhio di riguardo ad altri modi di intrattenere i senesi. Lo straordinario è anche questo, rovesciare ogni canone tradizionale ed offrire qualcosa di nuovo, soprattutto di inatteso.
Massimo Biliorsi