Pandoro o panettone? I senesi rispondono con ricciarelli e panforte

Pandoro o Panettone? Anche per Siena, il dilemma dei dilemmi prende piede. Come di consueto, le spese delle festività si concentrano a pochi giorni dal Natale e per i supermercati, ma anche per i piccoli artigiani, i due dolci classici sono i maggiormente richiesti.

Nonostante le difficoltà e l’aumento dei prezzi delle materie prime, i consumatori non rinunciano mai a panettoni o pandori. Ma quali, delle due prelibatezze natalizie, avrà la meglio alla fine delle feste?

“Rispetto agli anni passati non abbiamo notato alcuna differenza e il numero dei consumatori è lo stesso di sempre – commenta Graziano Costantini, direttore generale di Etruria Retail -. Nei nostri centri Carrefour, abbiamo notato che le spese si sono concentrate maggiormente in quest’ultima settimana prima di Natale e la vendita dei panettoni va di pari passo con quella dei pandori. I numeri ufficiali, saranno comunicati dopo le feste, ma l’impressione è che non ci sarà molta differenza nella vendita dei due prodotti”:

Diversa invece, la previsione di Duccio Carapelli, amministratore di Siena Store, che vede in leggero vantaggio la vendita del pandoro rispetto al panettone.

“Negli ultimi anni, la tendenza è quella di preferire il pandoro – commenta Carapelli -. Anche, quest’anno, nei nostri centri Conad, il pandoro sembra essere preferito dai consumatori. Abbiamo notato, che i consumatori mirano principalmente alla qualità, piuttosto che alla quantità”.

“Pandoro o panettone? Nessuno dei due”: è la risposta di molti senesi, che alle due colonne portanti delle festività preferiscono la pasticceria tipica del posto: dunque, grande richiesta di ricciarelli, panforte e cavallucci.

“I dolci senesi stanno avendo un successo clamoroso – spiega Lorenzo Rossi, titolare del panificio Il Magnifico -. Pandori e panettoni restano dei grandi classici, ma quest’anno la pasticceria nostrana ha raggiunto delle richieste mai viste. Anche questa mattina, per esempio, a mezzogiorno avevamo finito i ricciarelli e garantisco che non erano pochi”.

Pietro Federici