Papa Leone XIV, Lojudice: “Il Pontefice ha nel suo dna la questione sociale ed il dialogo tra culture”

“Quando nella Cappella Sistina ha annunciato il nome pontificale non mi sono meravigliato perché, come per Leone XIII, la questione sociale è sempre stata la sua priorità”.

Così il cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza episcopale toscana, arcivescovo di Siena e vescovo di Montepulciano, parla di Papa Leone XIV, con il quale ha collaborato come membro del Dicastero vaticano per i vescovi.

“Ha un modo informale e affabile di interagire, levigando e piallando le asperità ma al tempo stesso è determinato”,  dice in un’intervista a ‘La Stampa’.

“Robert Francis Prevost ha un’esperienza a tutto campo e una visione a 360 gradi sulla Chiesa e sul mondo. Ha avuto una varietà di incarichi nell’ordine religioso agostiniano, in diocesi e in Vaticano, quindi conosce le periferie e il centro ed è stato scelto per queste caratteristiche che lo rendono una figura molto rara. È una persona dai modi veramente garbati, con una grande affabilità ed un’umanità molto accentuata che saprà conquistare tutti i fedeli – spiega – Tra gli ultimi pontificati, al di là delle diversità legate alla personalità di ciascun Papa, c’è una grande continuità e sarà così anche stavolta. In queste prime uscite pubbliche si cercano segnali che diano la cifra dello stile di Leone XIV. Francesco ha compiuto scelte forti per smuovere alcune situazioni e rendere evidente lo sforzo di innovare anche visivamente l’istituzione, rimuovendo consuetudini e forme non più adeguate ai tempi”.

“Nella storia della Chiesa non si torna indietro. Si va soltanto avanti. Grazie a Dio – sottolinea il cardinale Lojudice – Mi hanno colpito l’umanità e la pacatezza messe in campo in ogni occasione che ci ha visto riuniti a Roma. Incontri importanti che ho spesso allietato con i dolci tipici senesi tanto che l’allora cardinale Prevost ha più volte esclamato ‘quanto è bella Siena!'”.

“Credo continueremo a vedere il Papa per la gente e tra la gente. Prevost ha nel Dna il dialogo tra culture e gli viene lavorare in gruppo. Perciò esorta ciascuno di noi a percorrere cammini come quello del Sinodo: una bellissima esperienza che continua. Il Pontefice non è solo e non deve essere solo: è la guida della Chiesa. Quindi si continua insieme il cammino che Francesco ha messo al centro della vita ecclesiale”.

E sul richiamo del Papa all’attenzione sull’Intelligenza artificiale, il cardinale conclude: “La sua preoccupazione è quella di orientare la ricerca tecnico scientifica al perseguimento del bene comune, all’autentico progresso civile e sociale, al servizio dello sviluppo dell’uomo e della comunità. Leone XIII lo aveva fatto con le macchine che a fine 800 innescavano dinamiche di schiavizzazione dei lavoratori”.