Un patto a quattro per sciogliere il nodo dei pakistani “senza fissa dimora”: Palazzo pubblico, Società della salute, Misericordia e Arcidiocesi cercano l’intesa per risolvere il caso attraverso un protocollo comune.
Sette sono gli articoli del documento, la cui validità è fissata fino al 31 ottobre, che definisce nei dettagli i compiti di Associazioni e Istituzioni.
L’Arcidiocesi metterà a disposizione dei migranti, per la notte, un’area nei locali della Caritas in via Mascagni. Inoltre metterà a disposizione volontari e dovrà mantenere a proprie spese l’approvvigionamento idrico, l’impianto fognario ed il servizio di energia elettrica per la struttura. Il Comune dovrà provvedere all’allaccio delle utenze idriche ed elettriche e dovrà fornire due bagni pubblici. La struttura sarà allestita dalla Misericordia e potrebbe ospitare dai sedici ai venti migranti. Infine spetterà alla Società della salute fornire risorse alla Caritas per l’acquisto di derrate alimentari e di materiale per il dormitorio, reperire personale per la gestione degli accessi e per la mediazione linguistica e pulire i locali.
L’accoglienza dei pakistani, spiega un comunicato, ha preso il via ieri sera
“Agli ospiti è stato consegnato anche kit igienico sanitario con lenzuola usa e getta e biancheria. E’ garantita anche la presenza di medici volontari, disponibili per uno screening sanitario all’ingresso della struttura”, si legge nel testo.
“La ricerca di una soluzione più strutturata si era resa necessaria per il registrarsi, nei mesi scorsi, di un costante afflusso in città di migranti, in particolare pakistani, che giungono a Siena per ottenere i documenti necessari dai locali uffici della Questura. E che usualmente permanevano in città in condizioni precarie, all’addiaccio, solo per pochi giorni, il tempo necessario per il disbrigo delle pratiche legate all’asilo”, continua il comunicato
“Questo protocollo – dice il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena- dimostra che fare rete significa risolvere i problemi. Da soli non si va nessuna parte e per questo credo che l’accordo siglato con il Comune, L’Arciconfraternita di Misericordia e la società della salute senesi sia un modello replicabile anche per eventuali e nuove emergenze sociali”.
“Siena – commenta il sindaco Luigi De Mossi – è una città accogliente e solidale. Ma è anche una città ordinata e attenta alle ragioni del decoro urbano e più in generale della tranquillità, fattori che contribuiscono a farne uno dei territori in Italia con la più alta qualità della vita. La situazione precedente non era accettabile per la città e non era decorosa per i migranti. Con molta buona volontà e grazie a un proficuo e collaborativo dialogo, Comune, Diocesi e soggetti del terzo settore hanno trovato una soluzione che rappresenta un netto e concreto miglioramento per tutti. Senza tante parole, ma con i fatti”.
MC