Paycare abbandona Siena: chiesto un anno di ammortizzatori sociali

Purtroppo si è avverato l’esito che alla vigilia sembrava scontato: Paycare, con una PEC, dice addio a Siena e al resto d’Italia. Una notizia che cade come una doccia fredda sui 33 lavoratori del sito di Monteriggioni.

“Per rendere meno traumatico questo passaggio, verrà richiesto un anno di ammortizzatori sociali per cessazione di attività, così da permetterci di attivare, insieme al tavolo regionale di crisi, percorsi di politiche attive che evitino l’ennesimo vuoto occupazionale prodotto da una multinazionale”, afferma Daniela Miniero, Fiom Cgil Siena.

Per i dipendenti, che da anni vivono tra cassa integrazione e incertezze, la speranza è quella di accedere a un nuovo periodo di sostegni, riuscendo a trovare nuove prospettive lavorative magari — è l’auspicio dei sindacati — accompagnate da incentivi all’uscita.

Per chi opera nel settore dei call center, il periodo è particolarmente difficile, aggravato dall’avanzare dell’intelligenza artificiale. Le sigle di categoria, però, assicurano di voler costruire un’alternativa per i lavoratori, già a partire dal prossimo incontro del tavolo di crisi regionale.

“Ci attiveremo anche con un tavolo ministeriale e lavoreremo sul territorio per costruire soluzioni concrete. Beko e Paycare devono rientrare in un progetto complessivo di rilancio industriale per Siena e per tutta l’area coinvolta”, aggiunge Giuseppe Cesarano, Fim Cisl Siena.

MC