PayCare, il sindaco: “Un anno di cassa integrazione in più. Non lasceremo soli i lavoratori”
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Un anno in più di cassa integrazione per trovare soluzioni e salvare i 23 lavoratori della PayCare: è la richiesta avanzata da Nicoletta Fabio in consiglio comunale, rispondendo a un’interrogazione della consigliera del Pd Giulia Mazzarelli.
Tra le necessità indicate dal sindaco c’è anche il coinvolgimento dell’Unità di crisi regionale in un percorso che affronti l’assenza di un piano industriale e la scadenza degli ammortizzatori prevista per fine 2025. “Non vi lasceremo soli”, è la promessa del sindaco ai lavoratori.
“Avere un altro anno di ammortizzatori sociali garantirebbe attraverso sindacati e sinergia fra le istituzioni di individuare soluzioni concrete nelle politiche attive del lavoro – le parole di Fabio-; è infatti noto che il settore dei call center vive una fase di forte difficoltà anche per l’intervento massiccio dell’intelligenza artificiale, che sta modificando profondamente il modello di questo comparto lavorativo. Se davvero vogliamo aiutare questi lavoratori e le loro famiglie dobbiamo impegnarci nell’individuare nuovi sbocchi occupazionali. Ecco perché un ulteriore anno sarebbe importante. Quali strumenti concreti attivare? Il primo è indicato dalla legge di stabilità 2026, articolo 40 comma 7, che ha stanziato venti milioni di euro specifici per il sostegno al reddito nel settore dei call center in crisi. Una misura che potrebbe garantire un aiuto tangibile ai lavoratori in attesa di soluzioni più radicali”.
Massima collaborazione è stata espressa da Mazzarelli per aiutare l’amministrazione a trovare una via d’uscita a questa crisi. “Non mi esprimo sulla soddisfazione o meno, non ci interessa, come forza politica, strumentalizzare questo tipo di vicenda. Abbiamo sempre dimostrato la massima collaborazione nel cercare di arrivare a una risoluzione su queste tematiche così delicate – ha detto-. Il nostro territorio sta vivendo un momento assai complicato e difficile, i ventitrè lavoratori interessati direttamente dalla crisi PayCare sono stremati da anni di crisi e instabilità e si inseriscono in un quadro complessivo di un territorio che sta vivendo una forte crisi a livello occupazionale. Per tutti ci deve essere attenzione e tutte le crisi aperte devono diventare una priorità, ogni lavoro salvato in un contesto così difficile rappresenta un valore”.
Intanto la Fim-Cisl avverte che la prossima settimana la vertenza entrerà nel vivo: il sindacato chiederà un altro anno di cassa integrazione, un vero piano di rilancio del sito, percorsi di mobilità volontaria e politiche attive del lavoro. “Una considerazione di merito: la vertenza Beko e la vertenza PayCare devono camminare insieme. Il territorio di Siena ha bisogno di un piano di rilancio complessivo per entrambi i siti produttivi”, l’intervento del segretario della sigla senese Giuseppe Cesarano.
A fotografare la più ampia crisi industriale senese anche la Fiom-Cgil. “C’è una logica che non sta pagando né in termini di qualità del lavoro né di quantità occupazionale, ed è quella logica che ha appaltato completamente, in nome del profitto – dice il segretario senese del sindacato Daniela Miniero-, il valore etico del lavoro. Noi dobbiamo recuperare e rimettere il lavoro al centro di tutte le politiche, non soltanto industriali ma anche locali e nazionali”.