L’Inferno di dante raccontato con la brillante dialettica , fra battute al fulmicotone e tanti applausi. Roberto Benigni ha incantato così l’aula magna dell’Università per Stranieri di Siena, decantando l’ottavo canto dell’Inferno, lasciandosi andare a battute esilaranti. Per Dante “la politica era la terza natura, la seconda era la poesia ovviamente, e gli è andata un po’ male: è entrato in politica, però alla fine non ne poteva più della volgarità e della scemenza e ha detto ‘faccio parte per me stesso’. Fondò un partito solo per sè, il Partito di Dante, il Pd praticamente e non vinse mai; fece un referendum, votò da solo e perse”. Così il comico prima della lettura dell’VIII canto dell’Inferno, dedicato agli iracondi e agli accidiosi, di fronte ai partecipanti del 23/o convegno dell’Associazione internazionale professori di italiano in corso a Siena e organizzato dall’Università per Stranieri. “E’ un diamante, perfetto come un alveare, una partitura musicale di Strauss e Jimi Hendrix dove ogni parolaè quella e non può essere sostituita da nessun’altra” ha aggiunto Benigni riferendosi all’VIII Canto. Al termine della lettura cinque minuti di applausi e standing ovation del pubblico in sala tra professori di italiano, studenti dell’Universita’ per stranieri e rappresentanti delle istituzioni.
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