Ha sempre più senso parlare di “modello italiano” nel campo della filantropia, di un’azione filantropica che nel nostro Paese si sviluppa secondo logiche che vanno ben oltre l’erogazione di somme da destinare a progetti ma prende la forma di partenariati strategici che sui territori intervengono, spesso in maniera innovativa, nei campi del welfare, della cultura, dell’ambiente.
La tendenza è di essere innovatori. Sono proprio le fondazioni italiane a sostenere processi di sperimentazione e innovazione per generare pratiche che possano essere rilasciate ai territori incidendo sulla qualità della vita delle comunità. Un’innovazione con due profili.
Da un lato Istat sottolinea che sono proprio le fondazioni, tra gli ETS, a utilizzare con maggiore efficacia strumenti tecnologici e digitali. Innovazione negli strumenti ma certamente anche nei processi. Dall’altro lato la forza innovativa e innovatrice delle fondazioni si racconta molto nella loro necessaria capacità di “fallire” e conseguentemente di apprendere, migliorare e quindi innovare.
A questo connubio tra fallimento, apprendimento e innovazione abbiamo voluto dedicare la seconda edizione di Philanthropy Experience dedicata al tema “La filantropia al lavoro su senso e soluzioni. Sperimentare, fallire, apprendere e migliorare”, che tra il 6 e 7 novembre raccoglierà oltre 110 fondazioni italiane con un’unica direzione: aumentare l’efficacia del proprio lavoro, agire meglio a servizio del Paese e farlo “insieme”.
Due sessioni plenarie in cui approfondire strategia e visione, 11 sessioni parallele dedicate all’analisi tecnica e al confronto, 3 occasioni di experience capaci di raccontare i diversi volti della filantropia che incontra la cultura e il territorio, 50 speaker per offrire contenuto a quello che oggi è l’unico appuntamento dedicato alla filantropia strategica cha accoglierà fondazioni di origine bancaria, d’impresa, di famiglie e di comunità.
Tra i temi, terreno di incontro e confronto la valutazione d’impatto, lo sport inclusivo, il welfare, la cultura ma anche l’intermediazione filantropica e l’accessibilità con un occhio sempre fermo all’innovazione, alla formazione e ai giovani.
Tra le voci dei due giorni Francesco Profumo, già Ministro dell’Istruzione e della Ricerca e oggi presidente dell’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio, Claudia Parzani Presidente di Borsa Italiana, Stefania Mancini presidente di Assifero – l’Associazione Italiana Fondazioni e Enti Filantropici, l’imprenditrice e filantropa Manuela Lavazza, insieme a tanti tecnici, innovatori, operatori strategici del mondo della filantropia e dell’imprenditoria a impatto sociale. Le conclusioni delle due giornate di lavoro sono affidate all’economista Stefano Zamagni.
“Philanthropy Experience – affermano i promotori – è uno spazio in cui la filantropia si mette in discussione e cerca con lo scambio e l’approfondimento di trovare strumenti e strategie che possano sostenere il lavoro dei filantropi, delle imprese inclini a processi estesi di Corporate Social Responsibility, e complessivamente degli operatori del Terzo Settore perché si diffondano pratiche sostenibili capaci di migliorare la qualità della vita delle persone, specie le più fragili. Questa edizione vuole fotografare il sistema filantropico nel suo complesso grazie alle tante voci ma soprattutto grazie alla presenza congiunta di oltre 110 fondazioni in rappresentanza della filantropia bancaria, d’impresa, di famiglia e di comunità. L’obiettivo è sempre un’azione corale”.