“Esporre 250 opere vuol dire irrigidire il Santa Maria della Scala in una funzione che non le è propria. Nessun museo di arte contemporanea fa così, l’arte di oggi ricerca dinamismo, questo è un derivato di una cultura neopositivista e napoleonica. E’un proposta vecchia”. E’un vero e proprio attacco quello lanciato dal consigliere comunale di Per Siena all’amministrazione comunale. Punto centrale del j’accuse è la critica all’esposizione delle opere del dopoguerra donate da un anonimo al Santa Maria della Scala qualche giorno fa. “Non si è mai discusso del progetto culturale, nel momento mentre si è deliberato nessuno ci ha detto del costo complessivo di questa operazione – prosegue”.
Sempre sulla donazione delle opere l’altro argomento in cui il consigliere comunale ha voluto criticare i lavori per accettare formalmente quest’opera, un lavoro che a suo dire non è stato fatto “Essendo una donazione modale non si può prendere come buona un autocertificazione della donatrice. Si sarebbe dovuto sentire un perito previsto dal ministero e fare la schedatura opera per opera certificando valore e stato di conservazione delle opere”.
Marco Crimi