Chiudete dli occhi e immaginate di attraversare dimensioni temporali passate, di venir catapultati secoli e secoli addietro, restando però nella contemporaneità.
Adesso aprite gli occhi:
Se vi state chiedendo dove siete finiti, vi sveliamo subito il mistero.
Siamo nella Fortezza di Poggio Imperiale a Poggibonsi. Qui gli archeologi dell’Università di Siena durante una campagna di scavi in cui indagavano sui resti dell’antica Podium Bonitii, rinvennero un insediamento alto medievale in vita dal VI al X secolo, fatto di capanne e aree produttive. Nasce qui il primo museo living history open air alto medievale – l’Archeodromo – riproduzione in scala reale di una capanna tipo long house, suddivisa in tre diversi spazi e affiancata da un orto, una forgia e un’articolata area artigianale composta da vari laboratori (falegnameria, cuoiaio, tintura di stoffe). Importante luogo didattico molto amato dai poggibonsesi e non solo, l’Archeodromo rappresenta una delle diverse aree rivalorizzate di recente. L’intero circuito delle mura ad esempio,lungo 1,3 km, è stato interessato da un grande progetto di recuperoche ha visto la realizzazione deicamminamentiintorno alle mura (da Porta del Giglio al Cassero) con la presenza di piazzole panoramiche e spazi di sosta. Così come il Cassero -oggi sede del Centro di Documentazione del Parco Archeologico di Poggio Imperiale – sulla cui sommità noterete subito uno dei 7 uomini-scultura in ferro che l’artista Antony Gormley ha donato alla città. Una presenza importante quest’ultima, testimonianza di una linea di continuità tra passato e presente, tradizione e innovazione. Stessa connessione che ritroviamo più in basso all’interno della Fonte delle Fate, in cui l’artista Mimmo Paladino ha realizzato l’installazione scultorea permanente de I Dormienti.
La complessa opera di restauro della Fortezza, durata un anno e mezzo, verrà inaugurata il prossimo 6 giugno con due giorni di eventi in programma.
Vi invitiamo a partecipare a quest’appuntamento e sopratutto ad apprezzare le bellezze di un territorio in cui si è investito tanto per rivalorizzare le sue testimonianze storiche – testimonianze in cui scorgiamo l’identità e le radici dei suoi abitanti, nonché il suo cuore pulsante.
Foto e testo a cura di Federica Marras
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