Poggibonsi e la Pubblica Assistenza dicono addio a Nello Giannini

“Caro Nello, è nella nostra associazione il segno che hai lasciato. E quel segno è nella sede. Un segno profondo, come volontario prima e come amministratore, dopo. Un segno umano in tutti quelli che ti hanno conosciuto e che, ancora oggi, ti ricordano con affetto e con il massimo rispetto. Eri un uomo dotato di un impegno sincero, caparbio, che sapeva confrontarsi, ma anche, quando era il momento, assumere su di sé tutte le responsabilità che erano necessarie per andare avanti. Presidente è un titolo che hai portato con onore”. Questo l’ultimo commosso saluto che Fabrizio Fabiani, segretario generale della Pubblica Assistenza di Poggibonsi, ha voluto rendere a Nello Giannini, presidente dell’associazione dal 30 maggio del 2000 al 22 aprile del 2006 e prima volontario, nonché storico attivista politico prima nel Pci e poi nel Pds, Ds, Pd, consigliere comunale e assessore negli anni ‘70 e ‘80.

“Ricordo una tua frase che mi è da allora, e sono quaranta anni, sempre rimasta nel cuore e nell’anima: “… ma, ad un Volontario, cosa puoi chiedere più del sangue?”  – ricorda Fabiani -. Era il 1984, ero un giovane assessore ai servizi sociali, intimidito dal palco dal quale dovevo parlare. In quella giornata festeggiavamo i donatori di sangue, dei quali facevi parte e la piazza era piena. E quella tua frase, devo dire, mi aiutò a capire e la citai, dal palco, anzi, ti citai come uno dei nostri”. “Cosa puoi chiedere di più, ad un Volontario – continua Fabiani -. E tu,
Volontario lo sei sempre stato. Lo sei stato nel Partito Comunista, militante, come dicevamo con orgoglio. Volontario lo eri da sempre, con il cuore e con l’anima, perché, anche noi laici convinti, credimi, l’anima ci accompagna. Da sempre. Eri e sei stato volontario nelle istituzioni, consigliere comunale ed assessore nella giunta comunale della nostra città, mettendoci tutta l’anima che era necessaria spendere per la tua città”.

“La politica, quella buona, nella quale credevi, questo significa: mettersi a disposizione della “Res publica”, della collettività, degli altri, come
sempre – va avanti Fabrizio Fabiani -. Con la consapevolezza che “il lavoro non finisce mai”, ancora e sempre a disposizione. Applicando quella morale e quella filosofia, certe volte anche un po’ “ruvida”, propria della classe operaia che nel nostro percorso politico sempre ci è stata di riferimento ed alla quale sei sempre stato orgoglioso di appartenere. Una volta lo chiamavamo senso del dovere, senso delle istituzioni ed, ancora oggi, è doveroso riconoscerne tutta la validità e tutta la fondatezza politica e culturale. I tempi del famigerato “riflusso”, quelli che vedevano molti ripiegarsi su sé stessi, ecco, quei tempi non ci hanno toccato e li abbiamo combattuti nel solo modo che la nostra morale ci imponeva: con l’impegno politico e sociale. Altro sistema non conoscevamo e, sono convinto, con te, che non abbiamo sbagliato. E poi, caro Nello, proprio per questo impegno, proprio perché la vita del volontario non finisce mai – scrive ancora Fabiani –. È venuto il tempo della Pubblica Assistenza: la tua e la nostra associazione. E nella nostra associazione il segno lo hai lasciato, profondo, come volontario prima e come amministratore, dopo. Un segno umano in tutti quelli che ti hanno conosciuto e che, ancora oggi, ti ricordano con affetto e con il massimo rispetto. Un segno politico del quale la nostra bellissima sede è prova. La sede di via Dante 39 è stata, per te, Presidente, e per tutti gli amministratori che con te hanno contribuito alla realizzazione, un grande dono, non solo all’associazione, ma alla città. A quella “Res publica” che rammentavo prima. Un lascito alla collettività. Un lascito a quei tanti volontari che, allora ed oggi, profondamente credono nel valore dello spendersi per gli altri. Il tempo che un volontario mette a disposizione degli altri, non si misura in minuti, ma è vita. Il volontario, nel suo impegno questo fa: mette a disposizione la sua vita. Il suo tempo di vita. Facevamo questa considerazione in una delle nostre tante telefonate con le quali, tu distante per motivi di famiglia, nobili e giusti, ci hanno legato nel nostro rapporto di amicizia quarantennale. Riprendevamo sempre il filo del discorso dal punto dove lo avevamo lasciato, come ci fossimo visti la sera prima. Un comune senso del sentire, da sempre”.

“Le parole sono strane, quelle legate ai sentimenti, lo sono ancora di più ed esistono, prendono vita, al momento che vengono scritte – scrive
Fabiani -. Le mie, certo, non possono, a nessun titolo, racchiudere una vita, e mille altri sarebbero i ricordi. Mi piace, però, ricordandoti, tenermi stretto nel cuore e nell’anima quel tuo impegno sincero, caparbio, che sapeva confrontarsi, certo, ma anche, quando era il momento, assumere su di sé tutte le responsabilità che erano necessarie per andare avanti. Questo hai saputo fare. Era, semplicemente, il tuo modo di concepire l’impegno politico e sociale ed oggi posso permettermi, senza far torto a nessuno, di chiamarti ancora Presidente, caro Nello, perché questo è un titolo che hai portato con onore.  E ricordarti, ancora, chiamandoti Compagno. Un abbraccio da tutta la tua associazione”.

“Una persona che si è sempre messa a disposizione e lo ha fatto nell’unico modo che conosceva, attraverso impegno e serietà”. È invece il ricordo del sindaco di Poggibonsi, Susanna Cenni. “Capace di ascoltare, disposto sempre ad imparare e portato ad includere e a non escludere – prosegue -. Occupandosi all’inizio degli anni ottanta di decentramento amministrativo fece fare un passo avanti alla partecipazione, chiaramente con gli strumenti di quella fase storica. Come sempre, mise tutto il suo impegno nel coinvolgere le persone e nell’introdurre strumenti a servizio della democrazia. Così facendo costruì un importante bagaglio di incontri e percorsi a disposizione di chi arrivò dopo”. “Una persona che tanto ha dato alla sua e nostra città. Alla moglie Alba, ai figli, ai suoi cari, le mie più sentite condoglianze e il mio più sincero abbraccio”, chiude il primo cittadino.