Non voleva travolgere con l’auto e uccidere la sua giovane amica con la quale aveva trascorso la serata. Fu una terribile fatalità. L’uomo, residente a Poggibonsi, lo aveva ripetuto più volte, eppure era finito sotto processo per omicidio stradale. Un reato punito severamente visto l’inasprimento della norma dopo le recenti modifiche. Per questo reato la condanna va da un minimo di 8 anni ad un massimo di 12.
La posizione dell’uomo (aveva chiesto il rito abbreviato per quanto accaduto a novembre dello scorso anno a Poggibonsi, quando la giovane che lavorava nel night club trovò la morte alle prime luci dell’alba), difeso dagli avvocati Enrico De Martino e Beniamino Schiavone, ieri è arrivata all’attenzione del gup. Il pm aveva chiesto per lui una condanna a 4 anni e sei mesi. I legali si sono battuti e dimostrato che la ricostruzione fatta sull’incidente era costellata da numerosi interrogativi. La dinamica non era, dunque, quella paventata dal pm. I due avevano ecceduto nel bere e la ragazza, non si sa per quale motivo, volle scendere dall’auto e non si accorse che era in movimento. Cadde e finì sotto le ruote. Come hanno dimostrato gli avvocati tutto accadde in 2 minuti e 9 secondi: un brevissimo lasso di tempo che non permise neppure al conducente di rendersi conto di quello che stava succedendo. Il giudice dopo aver studiato le prove delle parti ha stabilito che ci fu un concorso della vittima e ha condannato il poggibonsese ad un anno e 10 mesi di di reclusione con la condizionale.
Cecilia Marzotti
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