Poggibonsi ricorda il bombardamento sulla città, 74 anni dopo

Era il 29 dicembre 1943 alle 13.15 quando l’aria si riempì del rombo cupo delle “fortezze volanti”, i micidiali bombardieri delle truppe Alleate. Pochi istanti e una pioggia di bombe cadde sulla città. Poggibonsi ricorda i 74 anni dal bombardamento subito durante la seconda guerra mondiale. La cerimonia si svolgerà venerdì 29 dicembre con il Comune che ricorderà, come ogni anno, quel tragico giorno che vide Poggibonsi pagare un tributo enorme in termini di vittime e di distruzione. La cerimonia, organizzata in collaborazione con la sezione Anpi di Poggibonsi, inizierà in piazza Cavour con ritrovo alle 10,45. Alle 11 deposizione della corona di alloro alla Targa della “Fabbrichina” in via Trento e a seguire deposizione della corona di alloro presso il cippo di piazza Mazzini. Alle 11 sarà suonato l’allarme antiaereo per ricordare qui tragici momenti e commemorare le vittime dei bombardamenti.

La storia. Il 29 dicembre 1943 alle 13.15 l’aria si riempì del rombo cupo delle “fortezze volanti”, i bombardieri delle truppe Alleate. Pochi istanti e una pioggia di bombe cadde sulla città. Furono momenti terribili. Alla prima ondata ne seguì una seconda, ancor più devastante. Case, fabbriche, vie e piazze del centro vennero abbattute e distrutte. Sotto le macerie si contarono 105 morti e centinaia di feriti. Il 75 per cento degli edifici venne distrutto. Poggibonsi pagò un tributo enorme in termini di vittime e di distruzione. Il bombardamento del 29 dicembre era stato preceduto da quelli avvenuti ai primi di novembre e due giorni prima, il 27 dicembre, che colpirono la zona di Romituzzo e del cimitero e di Montelonti. Poi le incursioni aeree dei bombardieri continuarono fino a tutto aprile. Poggibonsi infatti era al centro di un importante nodo stradale e ferroviario ritenuto dagli Alleati di notevole importanza strategico militare.

Katiuscia Vaselli

Nata nel cuore di Siena, giornalista e contradaiola fervente. Ora Capo-redattorice di Siena News e Presidentessa di Dinamo Digitale.

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Katiuscia Vaselli

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