“Fieri di essere in controtendenza rispetto ad altre amministrazioni del territorio che appaltano” ed ancora “con questa inaugurazione ricordiamo l’importanza dei servizi educativi anche a qualche assessore di qualche Comune vicino a noi che sembra non averla colta”.
Non ha lesinato stilettate Gabriele Berni durante il suo discorso per il taglio del nastro della scuola dell’infanzia “Arcobaleno” di Ponte a Tressa. E il riferimento a Paolo Benini, che però non viene mai nominato, appare abbastanza chiaro. Anche perché Berni poi ha rivendicato l’operato della sua amministrazione ed ha fatto osservare come a Monteroni d’Arbia crei posti di lavoro per i propri dipendenti.
La parte “politica” della riflessione di Berni ha lasciato poi lo spazio ad un discorso più generico sulla nuova struttura che già da oggi ospita i piccoli di Monteroni d’Arbia. Berni ha esordito citando Nelson Mandela (“sembra impossibile fin quando qualcuno lo fa”) e d è passato poi a parafrasare Piero Calamandrei: “‘trasformare i sudditi in cittadini è un miracolo che solo la scuola può compiere” ed è stata anche la linea che ha condotto il nostro intervento”.
La nuova struttura potrà accogliere fino a 120 bambini. “Il lavoro è stato importante e complesso – ha detto Berni a Siena News -. Avevamo ereditato questo cantiere da un fallimento. Da questo fallimento abbiamo realizzato una nuova scuola che è un’opportunità per le nostre giovani generazioni”.
Il cantiere dei lavori era partito nel lontano 2012 ed interrotto l’anno successivo. I lavori sono poi ripresi nel 2018 e si sono conclusi quest’anno. “L’impegno economico prevedeva uno stanziamento di due milioni di euro. E ad oggi abbiamo previsto uno stanziamento di un milione e 600mila euro”, ha aggiunto il sindaco di Monteroni che poi ha ringraziato FMps “che si è unita” con un contributo “alle risorse del Comune per raggiungere questo obiettivo”.
Le caratteristiche della scuola? “Questa è la prima struttura che ha un ambiente confortevole per quattro stagioni con tutti i confort, un’attenzione meticolosa verso gli spazi e delle aule termoregolate. Spero inoltre che il nome si di buon auspicio: l’arcobaleno viene dopo le tempesto e spero che noi possiamo lasciarci alle spalle i periodi delle tante emergenze che abbiamo affrontato”, ha concluso Berni.