Anche in provincia di Siena i numeri di Poste italiane sugli addetti persi, gli sportellisti mancanti, il boom del precariato tra i portalettere, le pressioni commerciali e, non ultime, le aggressioni al personale preoccupano la Slc Cgil. Rispetto ai fabbisogni di personale indicati dall’azienda stessa, ad oggi gli sportellisti mancanti nelle filiali senesi sono circa 10 e da gennaio 2020 a gennaio 2022 l’organico di personale stabile sui portalettere è sceso di 37 unità, quindi il numero di servizi privi di copertura è aumentato con il conseguente ricorso ai contratti a tempo, nel senese per il 31,1%.
“Pur di coprire la carenza di personale che sta diventando strutturale, – denuncia Gianni Quercioli, che segue il settore delle Poste per la Slc Cgil di Siena – i lavoratori sono costretti a ritmi forsennati, doppi turni, distacchi di ufficio e abbinamenti; in città come nei borghi più isolati della nostra provincia, in molti casi, è solo grazie all’impegno di queste persone se la corrispondenza continua ad arrivare con puntualità e comunque in tempi ragionevoli”.
“In provincia di Siena, come nel resto della regione, la situazione è ormai esplosiva, – spiega invece Marco Goracci, Segretario Generale della Slc Cgil di Siena – gli uffici sono ridotti al lumicino con personale appena sufficiente a svolgere attività di sportello ordinarie e addirittura, come è avvenuto alcuni anni fa con i dipendenti del settore bancario (Mps e non solo), aumentano le pressioni su questi lavoratori, il più delle volte lavoratrici, per proporre e vendere alla clientela polizze o prodotti finanziari, giusto per ricordare che da tempo la natura sociale di Poste italiane risiede nella sua quotazione in borsa, indirizzando il proprio business verso servizi economico-finanziario di mercato per la clientela, di tipo bancario, assicurativo, di telefonia e di vendita di energia”. “Un cambio di pelle che ha relegato le attività tradizionali, quali quelle in generale dei portalettere, o per gli sportellisti il pagamento di bollette, raccomandate, ritiro e invio pacchi, pagamento pensioni et cetera, – prosegue Goracci – in una posizione marginale in termini di profitto; un cambiamento che si scontra con le permanenti esigenze dei cittadini, specialmente più anziani, che viceversa continuano a vedere negli uffici postali un punto di riferimento essenziale. Anche per questo chiediamo a Poste italiane di non abbandonare questi fondamentali servizi, ma semmai di aumentarli, tenuto conto che i processi di digitalizzazione della cittadinanza e la diffusione capillare di affidabili reti di connessione internet domestiche, tenuto conto della conformazione del nostro territorio, richiedono tempi molto lunghi”.
“Urgono assunzioni, ben più di quelle avvenute recentemente, – conclude Quercioli – è necessario un piano accelerato di stabilizzazione dei tanti, troppi, contratti precari attualmente in essere, sia per le attività di recapito che negli uffici. Con questo obiettivo, per sensibilizzare Poste italiane, per ritornare a livelli occupazionali compatibili con le necessità dell’utenza, continuano le iniziative di protesta promosse dalla Slc Cgil tramite il blocco di tutte le prestazioni aggiuntive e straordinarie”. La Slc Cgil Toscana, infatti, ha già aperto uno stato di agitazione dei lavoratori che, per ora, è previsto fino al 13 aprile.
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