Un bar della periferia senese trasformato in copertura, clienti che entravano come normali avventori per poi uscire con dosi di cocaina, e un’abitazione di famiglia usata come deposito. È questo lo scenario che gli investigatori della Squadra Mobile di Siena hanno ricostruito al termine di una lunga indagine, coordinata dalla Procura, che ha portato allo smantellamento di una presunta organizzazione a conduzione familiare.
Secondo quanto accertato, al vertice ci sarebbe stato un uomo di 53 anni, che avrebbe impartito le direttive. La figlia di 27 anni si sarebbe occupata della maggior parte delle consegne, supportata dalla compagna dell’uomo, 51 anni, e dal suo compagno, un 35enne con precedenti penali.
Le indagini, iniziate a gennaio 2024 a seguito di diverse segnalazioni, hanno permesso di documentare un’attività di spaccio ben organizzata. Le intercettazioni telefoniche hanno rivelato l’uso di un linguaggio in codice — parole comuni come “gelato” o “pasta” — per riferirsi alla cocaina. I pedinamenti e le videoriprese hanno confermato il flusso degli acquirenti nel bar e i successivi scambi lontano da occhi indiscreti.
Nel corso delle operazioni, gli agenti hanno sequestrato complessivamente circa un chilo di cocaina. Decine di consumatori sono stati identificati, delineando la dimensione di una rete che, secondo gli inquirenti, da anni alimentava il mercato locale.
Nei giorni scorsi sono scattate le misure cautelari: arresti domiciliari per il 53enne e obbligo di dimora a Roma, il comune di residenza, per il 35enne. Le due donne, già arrestate in flagranza nell’agosto 2024, risultano denunciate.
La Procura ha evidenziato la pericolosità sociale del gruppo, sottolineando come il bar fosse diventato un vero e proprio centro nevralgico dello spaccio. L’operazione rappresenta un duro colpo al traffico di droga in città, frutto di un lavoro investigativo basato su intercettazioni, appostamenti e strumenti tecnologici.