“Giovanni Battista gridava ad Erode che quello che faceva non andava bene”. Che poi il Battista avesse pagato di persona per certe verità, è storia che conosciamo ma intanto aveva parlato. Il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, riprende i passi del Vangelo per rispondere alla nostra domanda in merito alle parole rivolte al sindaco Luigi De Mossi, poco prima.
Non è casuale il riferimento al Battista: oggi sia Lojudice che De Mossi sono intervenuti alla presentazione dei lavori di restauro del reliquiario che contiene il braccio di San Giovanni Battista e che è custodito in Duomo. Le parole dell’arcivescovo sembrano uscire casuali durante il suo discorso ma non è così, tuttavia Lojudice spiega poi ai nostri microfoni: “Non ho fatto come San Giovanni Battista. Per me è solamente un modello da portare avanti di fronte agli uomini di chiesa. Ai seminaristi dicevo che il nostro ruolo è in qualche modo legato a questa icona: San Giovanni è colui che ci indica la via verso Gesù. Questo è un suo primo aspetto, poi c’è quello della forte critica sociale e politica. Mi è capitato spesso di riprendere questa figura quando mi sono confrontato con le istituzioni, ho portato il suo esempio anche quando ero a Roma con i sindaci della capitale”.
Restano comunque diversi i segnali che Lojudice ha inviato al sindaco durante la conferenza odierna. “L’opera (del reliquiario del braccio di San Giovanni ndr) fu donata al Comune dal Papa ed è il segno di una collaborazione che deve continuare. Ognuno deve fare al 100% il suo lavoro e solo questo porterà il bene alla nostra comunità”.
Sulla questione De Mossi, ai microfoni di Siena News, si è invece smarcato. “Con Lojudice, e con tutte le istituzioni c’è un ottimo rapporto. A livello personale credo che con l’arcivescovo ci sia una grande empatia – afferma-. Insieme abbiamo fatto tanto e, durante la pandemia, abbiamo lavorato con le associazioni cattoliche, laiche e le contrade per il bene della città”.
Katiuscia Vaselli
Marco Crimi