Dopo l’aspro commento del sindaco di Siena Luigi De Mossi in merito alla decisione della Fondazione Mps di non costituirsi parte civile nel processo sui derivati, la stessa Fondazione interviene con una nota dove spiega la natura della scelta fatta:
“In riferimento al processo in corso a Milano nei confronti del dott. Profumo, del dott. Viola e del dott. Salvadori si precisa che la decisione della Fondazione – che agisce esclusivamente nel perseguimento dei propri interessi e della tutela del proprio patrimonio, come previsto dalla legge e dallo Statuto – deriva da un’approfondita valutazione tecnico-giuridica fatta dagli Organi e supportata da appositi pareri legali.
La Fondazione ritiene, sulla scorta delle valutazioni giuridiche dei propri professionisti, di poter più efficacemente tutelare i propri interessi patrimoniali in sede civile piuttosto che avventurarsi in sedi penali. Fra le varie considerazioni, il nostro consulente prof. avv. Fausto Biagio Giunta, ordinario di diritto penale presso l’Università degli Studi di Firenze, ha evidenziato come la Fondazione non sia stata individuata come “parte offesa” (e, dunque, allo stato, non potrebbe accedere nemmeno al fascicolo del PM).
Si ricorda che in passato la Fondazione non ha esitato a costituirsi parte civile, sempre tramite l’avv. Giunta, in procedimenti penali, quando ritenuto funzionale e proficuo per un efficiente perseguimento degli interessi dell’Ente in sede civile.
La Fondazione – con l’ausilio del proprio consulente, prof. avv. Sergio Menchini, ordinario di diritto processuale civile presso l’Università di Pisa – monitora inoltre i profili prescrizionali dei propri diritti risarcitori affinché resti impregiudicata qualsiasi azione eventualmente riveniente dalle condotte degli ex vertici di Banca Mps, che la Fondazione si riserva di esercitare nei termini di legge e nelle forme ritenute più efficaci.
Si ribadisce, infine, la decisione della Fondazione di seguire approfonditamente, e con il supporto dei propri consulenti, tutte le fasi del processo milanese così che possano essere tempestivamente attivate le eventuali procedure a tutela del proprio patrimonio e degli investimenti passati”.
Intanto, a seguito delle parole di De Mossi, insorge anche Pierluigi Piccini, cosigliere comunale per la lista Per Siena ed ex candidato alla carica di sindaco:
“La professione di avvocato e quella di sindaco richiedono tempi diversi e comportamenti differenti. Mi riferisco, ovviamente, alla questione della Fondazione e alla mancata costituzione di quest’ultima in parte civile nel processo sul Monte dei Paschi in corso presso la Sezione penale del Tribunale di Milano. Fra l’altro mi risulterebbe che l’avvocato De Mossi stia difendendo alcuni azionisti nella causa in oggetto, e che l’eventuale costituzione come parte civile della Fondazione avrebbe potuto aiutare, se fosse stata fatta, lo stesso cliente dello studio De Mossi. Al di là di questo episodio, credo che il rappresentante dell’Amministrazione comunale, prima di caricare lancia in resta e incolpare la Deputazione di comportamenti dettati da logiche politiche, avrebbe dovuto chiedere le motivazioni che hanno portato a tale decisione. Anche perché i cittadini devono sapere, con precisione, se i comportamenti tenuti dal presidente Rossi e dalla Deputazione amministratrice della Fondazione siano nocivi per la collettività o ne facciano gli interessi. Cosa quest’ultima che, per quanto mi riguarda, è nell’esclusivo vantaggio della città”.
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