Pronto soccorso, ecco il ‘facilitatore’: l’antidoto della Regione contro violenze e aggressioni

Un ponte tra i familiari in sala e i pazienti all’interno, per offrire supporto alle famiglie e informazioni sui tempi d’attesa e sull’organizzazione dei pronto soccorso: è la figura del ‘facilitatore’ , che sarà attivo negli ospedali della Toscana e che servirà a prevenire aggressioni e violenze.

Il ruolo sarà quello di gestire “le connessioni con le persone e gestire di conseguenza le emozioni che a volte, per la situazione di per sé o per i tempi di attesa, rischiano di andare fuori controllo”, spiega la Regione. Il ‘facilitatore’ sarà un addetto non sanitario. Per le Scotte il servizio durerà dodici ore al giorno

Il progetto, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, ha ricevuto il via libera da parte della giunta regionale. La Regione metterà a disposizione delle Asl, per avviare la sperimentazione che durerà un anno, un milione e 430 mila euro.

“Si tratta di un progetto che ha un doppio scopo – spiegano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini -. L’obiettivo è ridurre l’ansia e creare un ambiente più tranquillo ed organizzato, ma di conseguenza limitare anche i casi dove le emozioni prendono il sopravvento e sfociano in aggressioni”.

“Sarà una figura di mediazione non sanitaria per la cui assunzione si attingerà al fondo delle sanzioni, risorse vincolate ad interventi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro – specifica l’assessore –. Al facilitatore spetterà il compito di migliorare l’accoglienza, trasmettere informazioni e contenere eventuali tensioni che si possono determinare nei momenti di sovraffolamento dei pronto soccorso”.

A partire dalle prossime settimane sarà istituita una cabina di regia coordinata dalla Regione Toscana, con un referente per ciascuna azienda, che avrà il compito di definire le modalità di selezione e formazione dei facilitatori, oltre che di monitorare lo sviluppo del progetto.