Un tonfo così si fa sentire: la provincia di Siena perde ventisei posizioni nella classifica della Qualità della vita 2023 de Il Sole 24 ore. E dal quarto posto del 2023 scivola al trentesimo posto del ranking stilato oggi dal quotidiano.
Tra le sei consuete macroaree prese in esame ce ne è solo una che ci vede crescere: quella di “Giustizia e sicurezza’ dove siamo trentatreesimi con un +6 rispetto ad un anno fa. Ma se si va ad analizzare i parametri restanti si vede l’evidente debacle degli ultimi dodici mesi.
“Ricchezza e consumi” è il capitolo dove peggioriamo di più: scendiamo di ventisette posizioni e siamo ora sessantatreesimi. È qui tra l’altro che emerge il primo grande problema: da settembre 2022 a settembre 2023 siamo stati ostaggio dell’inflazione. In questo ambito siamo centesimi in Italia con un media del 7%. Un dato questo che si riflette anche sulla spesa media delle famiglie: siamo settantanovesimi e siamo passati da pagare 3107 euro per i beni durevoli a pagarne 2180. In percentuale sono trenta i punti in meno, record negativo in tutta Italia. L’inflazione si riflette anche sui prodotti alimentari: siamo ottantanovesimi, e il dato è stato in media il 10% da settembre 2022 a settembre 2023. Male anche nei canoni medi di locazione: la provincia è novantacinquesima con un incidenza pari al 53% sul reddito medio dichiarato.
“Affari e lavoro” è l’altra nota dolente: siamo sessantottesimi, con un meno dodici rispetto al 2022. Le imprese in fallimento sono 2,51 ogni centomila registrate. Il numero è molto più alto rispetto alla media del Paese e ci fa arrivare centesimi tra le province italiane. Va malissimo anche l’imprenditoria giovanile: sono 7 ogni centomila registrate le aziende con un titolare under 35. Nel resto del Belpaese sono 8,2. Fanno invece sorridere i parametri sul “Gender pay gap” che calcola il differenziale della retribuzione annua tra uomini e donne che sono dipendenti privati: la percentuale è del 26% e siamo settimi. Molti anche i lavoratori domestici se rapportati al resto d’Italia: ce no sono 23 ogni mille abitanti. Siamo dodicesimi.
“Giustizia e sicurezza”, come dicevamo, ci fa invece sorridere. Ed il miglioramento nella classifica è sintomo di un territorio che è tutto sommato tranquillo a livello di criminalità. Anche qui però l’attenzione va tenuta alta su alcuni elementi: sono troppi gli incidenti stradali avvenuti in dodici mesi: è di 4,6 il tasso su centomila abitanti, siamo 96esimi. Anche quello degli incendi è un fenomeno su cui puntata la lente: le denunce sono 22,32 ogni centomila abitanti, siamo 86esimi con un dato che è di otto punti superiore alla media italiana. Molto pochi i reati legati agli stupefacenti: qui le denunce per ogni centomila abitanti sono 23, contro le 47 registrate a livello nazionale.
Nel capitolo “Demografia e società” scendiamo di dodici posizioni – ventunesimi nella classifica- ma è qui che iniziamo a scorgere Siena nella “top five” di alcuni indicatori. Gli iscritti all’Associazione italiana residenti all’estero qui sono solo il 3,9% della popolazione – siamo quinti in Italia-, che tradotto vuol dire che la nostra fetta di residenti all’estero è esigua. Medaglia di bronzo invece per il numero di psicologi e psichiatri attivi nel territorio: ce ne sono 0,31 per ogni mille abitanti. Purtroppo però incide molto la quantità di persone in età non lavorativamente attiva rispetto a chi è in età per lavorare (dai 15 ai 64 anni): il rapporto è di 62 a 100, siamo novantunesimi. Di poco sotto la media italiana il dato sul quoziente di natalità: nascono sei bambini ogni mille abitanti, siamo 69esimi in Italia.
Decimi, con otto posti persi, siamo invece nella macro area “Ambiente e servizi”. Da questo fronte però arrivano i risultati migliori, come la medaglia d’oro per la qualità della vita per i bambini. I parametri presi in esame sono dodici, tra cui le aree giochi e la presenza di privati. Il valore complessivo ottenuto è dunque di 575. Quinti invece per la qualità della vita delle donne. Anche in questo ambito i parametri esaminati sono dodici. E tra questi ci sono il numero di donne amministratori, il dato sulla violenza di genere e quello dell’occupazione. In Italia siamo quindi quinti con un valore di 671. Secondi poi lo siamo per le amministrazioni digitali, che è quel parametro che analizza i servizi online, l’accessibilità, le piattaforme digitali. Il risultato ottenuto è pari a 82. Il cambiamento climatico infine si fa sentire anche qui: è di 0,87 l’anomalia in gradi registrati rispetto al periodo 2011-2021. Siamo settantunesimi.
Diciannovesimi, con quindici posizioni in meno, alla voce “Cultura e tempo libero”. Ma tra i vari indicatori ci piazziamo secondi per la presenza delle librerie ogni 100mila abitanti: sono 12,3. Va bene anche il nostro patrimonio museale: la provincia è 18esima con due musei ogni 100 chilometri quadrati. Malissimo invece l’indicatore che misura la presenza dei cittadini agli spettacoli teatrali: sono solo 36 gli spettatori ogni centomila abitanti, siamo novantaseiesimi.
Marco Crimi
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