Ad avvertire i carabinieri della sottrazione dell’oro e dei gioielli è stata la nipote dell’anziana signora vittima dei fatti.
Metti tre giovanissimi, un sacchetto di gioielli e un vendo oro. Sono gli elementi per una storia vera, quella scoperta dai carabinieri di Poggibonsi. Due ragazzi ed una ragazza, tutti e tre della città valdelsana, C.S classe 1993, M.B. classe 1998 e T.G. classe 1994, sono stati sorpresi dai militari della Benemerita mentre con un borsetto pieno di oro e gioielli, cercavano di convincere il titolare di un compro oro a prendere “a prezzo stracciato” circa 200 grammi di oro e pietre preziose di vario tipo.
I tre sono finiti nei guai a seguito di mirati servizi svolti dai militari dell’Arma che, nell’ambito di altre investigazioni, si sono imbattuti in una intercettazione telefonica che non lasciava alcun dubbio circa la volontà di “piazzare” merce scottante sul mercato. Benché la conversazione non indicasse esattamente cosa doveva essere “piazzato”, il tenore dell’intercettazione era tale da far intendere che qualcuno aveva interesse ad individuare velocemente un “compro oro compiacente” nella zona compresa tra Poggibonsi e Colle val d’Elsa.
I militari della compagnia carabinieri di Poggibonsi quindi, hanno verificato quali furti si fossero verificati nelle ultime ore nella Valdelsa riuscendo ad individuare che una anziana signora ricoverata in una casa di cura era stata vittima del furto dei propri preziosi che custodiva in una cassetta all’interno dell’armadio della propria stanza. I pochi averi della donna, ammontanti a circa 5.000 euro in oro e gioielli, erano spariti misteriosamente, ciò nonostante, anche al fine di evitare problemi con la direzione della casa di cura, l’anziana non aveva inteso formalizzare denuncia ed aveva raccontato l’accaduto ad una nipote. La giovane, residente a Roma, aveva però chiamato il 112 spiegando l’accaduto riservandosi di formalizzare denuncia unitamente alla nonna non appena giunta a Poggibonsi.
Sulla base di tali informazioni, i militari della compagnia valdelsana hanno quindi “piantonato” tutti i compro oro della zona per due giorni, identificando tutti i possibili clienti e verificando il materiale venduto ai vari commercianti. Nella giornata di ieri, quando ormai le speranze di riuscire a recuperare i preziosi stavano scemando, presso un compro oro di Poggibonsi, si sono presentati tre ragazzi (due uomini e una donna) che dopo essere entrati nel negozio, hanno chiesto una valutazione di alcune pietre preziose (cinque piccoli rubini e due piccoli diamanti) dicendo di averle ereditate dalla nonna morta di recente. Il commerciante ha chiesto i documenti ai giovani ed ha proceduto all’acquisto dei preziosi. Immediatamente dopo l’uscita dei tre, alcuni militari dell’Arma sono entrati nel negozio richiedendo di visionare il materiale venduto dai dai giovani, mentre altri carabinieri hanno seguito il trio.
Visionando le pietre preziose è subito balzato agli occhi dei militari che le pietre preziose risultavano essere nel numero e della tipologia di quelle che erano montate sui gioielli rubati alla povera anziana della casa di cura ed hanno quindi proceduto al sequestro del materiale, avvertendo i colleghi all’esterno che il trio andava fermato. Bloccati a bordo della loro vettura, i tre giovani sono stati perquisiti venendo trovati in possesso di un sacchetto contenente frammenti di oggetti in oro.
Condotti in caserma, ai tre è stato chiesto di dare contezza sulla provenienza dei gioielli e, vistisi scoperti, hanno confermato di aver rubato la cassetta con i preziosi e di averli poi smontati per rivenderli. Gli accertamenti dei militari della benemerita hanno permesso di comprendere come uno dei giovani era stato fidanzato con una dipendente della casa di cura e, in alcune occasioni, vi si era recato per salutare l’allora fidanzata, notando che molti anziani erano soliti indossare oggetti in oro di buona fattura e, in tali circostanze, aveva maturato l’idea di rubare all’interno delle camere degli anziani.
I carabinieri dopo aver denunciato i tre per ricettazione, hanno restituito il materiale alla legittima proprietaria. Sono ancora in corso indagini per accertare le modalità con le quali i tre si sono introdotti all’interno della casa di cura e se all’interno della stessa vi sia stata la collaborazione di qualche dipendente.