L’estrazione a sorte delle Contrade, come abbiamo raccontato nelle “puntate” precedenti, non è sempre esistita e la partecipazione era volontaria. Dopo i tragici fatti (anche su questo argomento andate a rileggervi l’articolo su Siena News) della Carriera di luglio del 1720 si decise di estrarre a sorte il lotto delle dieci Contrade tra quelle che decidevano di “iscriversi”.
La modalità dell’estrazione cambia sostanzialmente tra la seconda metà del ‘700 e l’inizio dell’800: in un primo momento l’estrazione a sorte delle Contrade andava “luglio con luglio”, perché la corsa era più “appetibile” dato che il premio in denaro era più alto e poi c’era un premio per la Comparsa. Per cui a quelle che restavano nel “bossolo” non andava bene andare ad agosto (anche perché siamo ai tempi della “ricorsa” che non sempre veniva disputata dal momento che, nel caso, veniva organizzata da chi aveva vinto la Carriera di Provenzano). Nel 1747, allora, si decise di fare un cambiamento: ad agosto estrarre tutte e dieci le Contrade come se fosse un Palio straordinario di oggi. Questa modalità dell’estrazione di luglio con luglio e di tutte e dieci per il Palio di agosto andò avanti fino al 1804 quando il anche questa seconda Carriera divenne di gestione e pertinenza del Comune (e ciò avvenne dopo le Carriere del 16 e 20 agosto 1804 e le “bizze” della Regina d’Etruria Maria Luisa Giuseppa: non avete letto nemmeno questo? Andate a cercare l’articolo di domenica scorsa!), ed allora dal 1805 anche chi non veniva estratto d’agosto avrebbe corso “di diritto” l’agosto successivo, arrivando così alla modalità che attuiamo ancora oggi.
Dal 1836 l’estrazione delle Contrade che avrebbe il Palio avveniva nelle stanze del Comune alla presenza dei Giudici della Mossa, del loro cancelliere e dei Capitani (fu allora che i Capitani chiesero di poter essere loro, come è anche adesso, ad effettuare le operazioni di estrazione). Questa avveniva, pensate, alle ore 11 di mercoledì, giorno di mercato, perché la Piazza era affollata di gente. Si estraevano da un “bossolo”, dicono le cronache, quindi da una fiasca, e non venivano esposte nemmeno le bandiere ma da Palazzo Pubblico si dava la notizia veniva data verbalmente e di voce in voce arrivava nei rioni.
È solo dal 1926 che l’estrazione a sorte delle Contrade che correranno il Palio insieme a quelle che partecipano di diritto si svolge con l’esposizione delle bandiere alle trifore di Palazzo Comunale ed è dal 1928 che essa avviene a fine pomeriggio della domenica in modo da poter essere seguita da tutta la popolazione che approfitta del giorno festivo.
Il Palio muta sempre e le tradizioni che pensiamo più lontane e radicate nel tempo, invece, sono quelle che hanno “vita” più recente. Chissà cosa sarà domenica prossima.
Maura Martellucci