Tutta Radicofani era in piazza San Pietro, l´altra sera, per rivivere i fasti della Francigena. Nessuna operazione nostalgia, però: semmai si può parlare di riscoperta di un patrimonio e di un suo rilancio, pensando allo sviluppo economico, all´attrazione di nuovi residenti. Tra l´altro, l´integrità dei luoghi rende il passato incredibilmente attuale. Lo hanno dimostrato le note di quella canzone a ballo aragonese, eseguita a Siena nel 1465 per la duchessa Ippolita Sforza, recuperata grazie a una rigorosa ricerca dell´Accademia degli Spiazzati di Roma. La passeggiata sulla Francigena, oltre ai balli e ai canti dei pellegrini fedelmente riprodotti, hanno aggiunto un fascino incredibilmente attuale all´antica via, che si dimostra pronta per attrarre nuovi viaggiatori del Duemila. E poi non mancano le scoperte che possono aggiungere nuovi itinerari, la scoperta di altri angoli di territorio. Il professor Renato Stopani ha rivelato i frutti della sua ultima ricerca: l´importanza di questa comunità e della Val d´Orcia, nel Medioevo, si deve non tanto alla Francigena, quanto alla stretta vicinanza con la via di Alemagna o Teutonica, quella che transitava dal Brennero e arrivava a Roma, lambendo la Val di Chiana, solcata da cavalieri e pellegrini tedeschi e del nord Europa. Proprio da Radicofani partiva una via di congiunzione verso Città della Pieve o, in alternativa a Chiusi, passando per Sarteano. Questo spiegherebbe l´esistenza di una straordinaria struttura come l´abbazia di Spineta, oggi incomprensibile seconda l´attuale sistema viario. Dal dodicesimo secolo, la via Teutonica era molto più importante e transitata della Francigena. Insomma, la ricerca storica storia è capace di spiazzare tanti luoghi comuni. Altra straordinaria straordinaria sorpresa è stata quella dell´Accademia degli Spiazzati, che ha percorso idealmente secoli di pellegrinaggio attraverso canti medievali e rinascimentali, legati alle vicende delle strade. Rivelatrici anche le letture, a cura dell´Officina teatrale di Radicofani, di scritti dei viaggiatori stranieri a Radicofani tra il XVI e XIX secolo. Si parla di una Radicofani percepita in maniera diversa da oggi, quando erano visibili le rovine dei terremoti, e da queste parti non si viveva nel lusso. Comunque, anche ai tempi del Gran Tour Radicofani era una stazione importante, con l´imponente posta Medicea, ancora oggi visibile. Le leggende e le storie su questa cittadina, ultima fortezza della Repubblica senese ad arrendersi, sembrano infinte. Come quella resa celebre da Boccaccio nel Decomeron, che vide protagonisti Ghino di Tacco e l´abate di Cluny, di passaggio da un una Radicofani controllata dal famoso “brigante gentiluomo”, che allora occupava la rocca. “Abbiamo dato vita a una serie di conferenze – osserva il sindaco Massimo Magrini – perché dal passato possiamo trarre spunti importanti. Dalla conoscenza della nostra storia si basa il rilancio di un territorio integro e affascinante come il nostro”. La “serata Francigena” era particolarmente affollata di residenti e turisti, in una calda serata agostana, tra fiammelle accese. E grande partecipazione c´è stata ad un altro incontro con Renato Stopani, o con Alessio Varisco, studioso del rapporto tra Francigena e ordini militari. A Radicofani c´è voglia di ricoprire il passato, per mettere le basi sul proprio futuro.