“Si è riaperto negli ultimi giorni un gran dibattito sulla geotermia. Ma credo sia utile che chi parla di geotermia, sia nel bene che nel male, si confronti con chi, da tempo, ha scelto questa risorsa. Tutto ciò gioverebbe maggiormente ad una discussione serena che, invece, in questi giorni vede da un lato chi ritiene la geotermia una panacea dei mali per risollevarsi dalla crisi con fantasiose e grandissime ricadute positive e chi, dall’altro lato, la vede come il male assoluto.
Noi sappiamo che non esiste una sola geotermia, ma tante geotermie e tanti modi di sfruttarla. Crediamo che questa risorsa possa essere assolutamente conciliabile con sviluppo ambientale e turistico, anzi complementare e vantaggiosa, ma a certe condizioni. Crediamo che l’alta entalpia possa essere gestita bene, ma che anche le basse e medie entalpie lo possono essere in quanto, in questo caso, si parte dal vantaggio che le emissioni con le centrali cosidette a ciclo binario sono ridotte a zero. Naturalmente tutto ha impatto, le prime di un tipo e le seconde di un altro e questo è bene valutarlo. Crediamo, inoltre, che sia necessario avvalersi delle strutture che da anni studiano la geotermia nei nostri territori come la Regione stessa e i centri di ricerca. Ma a questo deve affiancarsi un necessario confronto con i territori geotermici.
La geotermia non deve essere vista come sola produzione elettrica ma anche come una vera e propria risorsa per scopi industriali e civili. Per la geotermia Radicondoli ha fatto una scelta chiara con il Piano Strutturale collocando lo sfruttamento in aree ben definite del territorio e limitandolo in altre. Il Comune di Radicondoli sulla base di questa linea si è espresso nel parere inviato alla Regione Toscana relativo al progetto “Mensano” della Società Magma Energy per la ricerca di nuove fonti geotermiche sui territori di Casole d’Elsa, Colle di Val d’Elsa, Radicondoli, Volterra, Castelnuovo Val di Cecina e San Gimignano, approvato dalla stessa Regione, indicando le aree proposte dalla società come critiche e non sfruttabili, così come dettato appunto dal Piano Strutturale.
Una cosa, però, è la ricerca effettuata superficialmente, un’altra è la coltivazione per le perforazioni e su quest’ultima l’amministrazione di Radicondoli è fermamente convinta e intransigente rispetto alle scelte fatte”.
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