Proseguono le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Siena, coordinati dal Procuratore Salvatore Vitello e dal pm Nicola Marini, sul rapinatore seriale di banche che aveva mostrato una particolare predilezione per le filiali Mps di località isolate del senese e che era stato tratto in arresto dagli stessi militari alla fine del mese scorso.
È stata finalmente rintracciata la Renault Modus rubata a Piombino e recante la targa di un’altra Renault rubata a Sovicille, che era sta utilizzata più volte dal malvivente, che ha imperversato in Toscana per tutto il 2017 e certo per parte del 2016.
Analizzando accuratamente i luoghi battuti dal soggetto monitorato, sulla base dell’idea che fosse solito fare il cambio auto in punti a lui noti, lasciando la propria autovettura in qualche parcheggio isolato dove recuperava il mezzo rubato col quale andare a colpire, i Carabinieri hanno individuato, fra gli altri siti possibili, i dintorni della stazione ferroviaria di Cecina.
Giunti sul posto, girando a piedi nelle immediate vicinanze dello scalo ferroviario, finalmente i militari hanno rinvenuto la famosa Modus bianca recante la targa ricercata.
Ad ulteriore dimostrazione delle responsabilità del malfattore, le chiavi sequestrate nell’abitazione dello stesso in occasione della perquisizione successiva all’arresto, hanno facilmente consentito l’apertura del mezzo che è stato poi trasportato con carro attrezzi in una località protetta in attesa che, con delega del Magistrato procedente, si possano effettuare i rilievi necessari a cura di personale specializzato ai rilievi scientifici dello stesso reparto, quegli stessi che avevano dato ottima prova di se in occasione della rapina al caveau Securpol di Pian dell’Olmino.
In quella circostanza erano emerse impronte digitali e profili genetici che avevano consentito l’arresto di tre dei responsabili dell’episodio delittuoso più grave del recente passato in provincia di Siena. Il luogo dove è stata rintracciata l’autovettura consentiva al rapinatore di potersi allontanare, in caso di necessità, eventualmente anche utilizzando il mezzo ferroviario.
Le molte accortezze adoperate, l’assenza di complici che lo potessero tradire, la rapidità con la quale egli colpiva e si eclissava, non gli hanno comunque consentito di sottrarsi alle ricerche dei Carabinieri che, proprio puntando sugli spostamenti della Modus, ripresi da diverse telecamere, hanno potuto trovare il bandolo di una matassa che all’inizio si era presentata come inestricabile.